A pochi giorni dal ballottaggio delle elezioni legislative in Francia vinto dal Fronte popolare di Melenchon, la coalizione che accoglie al suo interno varie anime della sinistra francese, arriva una nuova tegola per Marine Le Pen. Dopo essersi classificato al terzo posto, nonostante la vittoria nel primo turno, il Rassemblement National è finito sotto la lente d’ingrandimento della Procura di Parigi per presunti finanziamenti illeciti. I fatti risalgono alla campagna elettorale per le elezioni Presidenziali del 2022, ma l’inchiesta è stata aperta il 2 luglio in seguito a una segnalazione dell’Authority. Inizialmente Marine Le Pen aveva fatto ricorso al Consiglio costituzionale ma, successivamente, aveva rinunciato all’operazione.
La legge francese prevede che i candidati, per ottenere i rimborsi delle spese, presentino alla commissioni entro due mesi dal voto giustificativi e costi affrontati. Sulle presunte irregolarità indaga un giudice istruttore e, stando a quanto riportato dall’Ansa, i presunti capi d’accusa sarebbero appropriazione indebita nell’esercizio di funzioni pubbliche, truffa e falso. Questa vicenda giudiziaria potrebbe rappresentare un’autentica “spada di Damocle” per la figlia del patriarca della destra francese, Jean-Marie Le Pen; in quanto lo scandalo potrebbe danneggiare il Rassemblement National per le elezioni comunali del 2026.
Nelle scorse ore è stato espulso dal partito di estrema destra lo stratega Gilles Pennelle; reo di non essere riuscito a condurre la formazione guidata da Marine Le Pen e Jordan Bardella al governo della nazione. Lo stesso Bardella, che nei giorni scorsi sognava di diventare premier francese, avrà il compito di riorganizzare il partito.