La prima udienza nel processo a carico dei quattro agenti egiziani accusati del sequestro, tortura e omicidio di Giulio Regeni nel 2016 al Cairo si è svolta oggi.
L’udienza
Un confronto tra le difese e l’accusa, caratterizzato da eccezioni preliminari e richieste ai giudici della prima Corte d’Assise di Roma.
Gli avvocati degli imputati hanno sollevato una serie di eccezioni, tra cui la nullità del decreto che ha disposto il giudizio, basandosi su diverse questioni tra cui l’indeterminatezza del capo di imputazione e il difetto di giurisdizione.
Inoltre, è stata avanzata la richiesta di comunicare alle autorità egiziane che la sentenza della Corte Costituzionale italiana ha influenzato la situazione, auspicando che il Cairo dichiari l’assenza dei propri cittadini nel processo.
La Procura di Roma, rappresentata in aula dal procuratore aggiunto Sergio Colaiocco, ha replicato alle eccezioni sollevate dalle difese, sostenendo che altri giudici si sono già espressi in passato respingendole e quindi chiedendo al giudice di rigettarle.
Anche le parti civili, tra cui la Presidenza del Consiglio, hanno sostenuto la richiesta di respingere le eccezioni sollevate dalle difese.
Udienza rinviata
Il giudice ha deciso di riservarsi la decisione su queste questioni, rinviando il dibattito alla prossima udienza fissata per il 18 marzo.
Durante l’udienza erano presenti i genitori di Giulio Regeni, insieme alla figlia Irene, che hanno ricevuto il sostegno di numerose persone che hanno partecipato a un sit-in all’esterno della cittadella giudiziaria di piazzale Clodio, esponendo uno striscione con la scritta “Verità per Giulio“.
Questo primo atto processuale segna l’inizio di un lungo percorso giudiziario, caratterizzato da complessità e tensioni, ma anche dalla determinazione della famiglia Regeni e del pubblico a ottenere giustizia e verità per Giulio.
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