Germania – A dispetto di ciò che si può pensare anche le aziende, multinazionali o piccole società tedesche hanno e stanno soffrendo in questo periodo di pandemia. Questo è proprio il caso di H&M, la catena di abbigliamento svedese con sedi in tutto il mondo.
Da fonti accertate all’interno dell’azienda in territorio tedesco sembrerebbe che il secondo retailer al mondo di abbigliamento abbia prodotto un piano di licenziamenti che colpirebbe circa 800 dipendenti. Questo programma sarebbe destinato soprattutto ai lavoratori in congedo parentale. La questione ha suscitato una non poco accesa polemica, con annessa indagine di Business Insider e Der Spiegel.
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L’indagine di Business Insider sull’ondata di licenziamenti H&M
Da quanto si apprende dal noto giornale di Amburgo, la direzione generale avrebbe presentato la proposta proprio questo martedì. L’interessamento è divenuto immediato dato che tra i congedi parentali, la maggior parte dei dipendenti è donna. Questo ha portato ad un immediato dibattito anche sulle campagne pubblicitarie condotte sinora da Hennes & Mauritz; pubblicità volte a combattere la discriminazione ed a favorire la parità di sessi. A quanto pare, però, con questo tipo di azioni la stessa catena si è, per così dire, pestata i piedi da sola.
Secondo le dichiarazioni degli alti vertici aziendali “il programma sarebbe riferito ai soli dipendenti che conducono prestazioni occasionali”. La decisione di sbarazzarsi delle neo mamme è comunque qualcosa che non va giù. Per una politica interna, i dipendenti con figli a carico svolgono prevalentemente mansioni mattutine. Con questa nuova e discutibile misura saranno proprio loro ad essere i più disagiati.
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La risposta del sindacato e la proposta di ‘digitalizzazione’
Tempestiva la risposta del secondo sindacato più importante della Germania, il Ver.di: “Il capo di H&M Germania, Thorsten Mindermann si comporta come un patriarca aziendale che prende decisioni al di sopra delle teste delle donne. L’uguaglianza in azienda significa pari partecipazione delle donne al processo produttivo”, afferma Cosimo-Damiano Quinto, segretario del sindacato. Poi continua sulle leggi a tutela di quella cerchia di dipendenti: “La Legge Fondamentale afferma senza mezzi termini che ogni madre ha diritto alla protezione, e alla cura da parte della comunità. La legge obbliga quindi le aziende come H&M a dare alle donne in congedo parentale e madri lavoratrici, degli orari adeguati a svolgere quello che per loro è un vero e proprio lavoro, non a gettarle per strada”.
Un’altra polemica nasce sui mancati aggiornamenti ai dipendenti che, dalla loro parte, sarebbero disposti a subire un processo di “digitalizzazione aziendale”. H&M, però, durante il periodo di pandemia non ha affatto pensato alla possibilità di formare il personale.
“La riduzione del lavoro non riguarda solo la Germania, il gruppo sta pianificando esattamente le stesse misure in tutti i principali mercati dell’UE”, la spaventosa dichiarazione di un dipendente di lunga data. “La nostra filiale è stata chiusa, tutti i dipendenti hanno perso il lavoro. Un’altra filiale è stata aperta altrove in città, quindi c’erano opzioni di trasferimento. Dal gruppo, tuttavia, è stato detto che avremmo potuto candidarci di nuovo. Una scorrettezza assoluta verso i dipendenti di lunga data”, conclude.
FONTE: Business Insider, Der Spiegel
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