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Comincia stasera la mini-tournée negli Stati Uniti per la Nazionale di Spalletti: alle ore 22 italiane (17 locali) gli Azzurri affrontano il Venezuela al “Drv Pnk Stadium” di Fort Lauderdale. L’obiettivo rimane quello di costruire la squadra che poi parteciperà all’Europeo. Integrando il gruppo che ha conquistato la qualificazione con facce nuove, espressione dell’attuale Serie A.

Sarà l’occasione di fare qualche esperimento di natura tattica, al cospetto di un avversario che nel 2023 comunque ha fermato il Brasile e sconfitto il Cile. Dunque, assolutamente da non sottovalutare, nonostante la partita abbia lo status di amichevole.

In ogni caso, il Commissario Tecnico punta a fare un sostanzioso turnover, sfruttando i sei cambi a disposizione, così da distribuire equamente il minutaggio tra i ventotto convocati. Utilizzando anche l’altra gara, in programma domenica con l’Ecuador.

Impostazione a tre

A proposito di alternative, Spalletti intende cambiare modulo. Non che voglia accantonare il classico 4-3-3. Ma seguendo le tendenze proposte dal campionato, pare seriamente orientato a ricorrere alla difesa a tre. O meglio, “all’impostazione a tre…”, mutuando le parole usate dal c.t. nella consueta conferenza stampa della vigilia per presentare l’evento.

L’Italia, infatti, dovrebbe scendere in campo col 3-4-2-1, rinunciando di fatto a una interpretazione tradizionale del ruolo da parte di chi occuperà lo slot di laterale. Un sistema in grado di trasformarsi facilmente in uno schieramento più propositivo: il 3-2-4-1. Spostando maggiormente in avanti la posizione di Di Lorenzo e Dimarco, favorendone la corsa inarrestabile.

A proteggere Donnarumma, inoltre, spazio a un terzetto assai affidabile in situazioni di lotta e governo del pallone, composto da Mancini, Buongiorno e Bastoni. Riservandosi di mettere le chiavi della mediana nelle mani della coppia di metodisti Jorginho e Barella – visione di gioco e letture non comuni -, Spalletti sceglie la doppia soluzione alle spalle del centravanti. Chiesa e Pellegrini hanno tempi di inserimento e piedi educatissimi per gestire il pallone tra le linee. Associando tali caratteristiche a gamba tonica e capacità di occupare i cosiddetti “mezzi spazi”.

Un terzetto per la 9

Sussiste qualche dubbio per il vertice dell’attacco: contro la Vinotinto tocca a Retegui. Nondimeno, sembra che l’Uomo di Certaldo ruoterà i suoi attaccanti, offrendo una opportunità pure a Raspadori e Lucca.

Ciascuno rappresenta un prototipo di prima punta. Diversissimi, eppure a modo loro efficacissimi. L’oriundo del Genoa è un animale da area di rigore. Magari dalla tecnica rivedibile, però forte di testa e nel fare a sportellate negli ultimi sedici metri. Agli antipodi il napoletano: a Jack manca la fisicità, ma eccelle nello stretto. Cuce la manovra, si abbassa a sostegno dei compagni, svuota il cono di luce tra i centrali avversari, favorendo l’inserimento della mezzala di parte.

Lorenzo Lucca è un gigante di 2.01 che starebbe bene su un campo da basket, sotto le plance, a contendere i rimbalzi sopra la testa dei “normodotati”. Meno abile nella cura dei fondamentali, come per esempio Scamacca. Quell’ammasso di spigoli e potenza lo ha reso una delle rivelazioni del campionato. Ergo, potrebbe far comodo non poco alla Nazionale.

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