La guerra in Israele dopo il periodo di tregua è ripresa a tutto campo. Le forze dell’IDF (Israel Defense Forces) hanno allargato l’offensiva anche nel sud della Striscia. Il ministro della difesa di Israele Gallant1 già durante la tregua diceva che, alla loro ripresa, le operazioni avrebbero interessato il territorio di tutta la Striscia. Con l’intensificarsi delle operazioni di terra diventerà un unico teatro di guerra.
I civili che avevano lasciato il nord sono ormai compressi nel sud e ora devono spostarsi ancora più verso il confine con l’Egitto. In queste condizioni vengono inevitabilmente coinvolti nei bombardamenti. Per loro nessuno degli stati arabi vicini ha organizzato un campo profughi. L’Egitto non li vuole nel Sinai.
Nord e Sud senza soluzione di continuità
Israele potrebbe replicare nel meridione della Striscia il modo con cui ha operato a Gaza. Nel Nord le forze di terra israeliane proseguono con le operazioni di bonifica, di sgombero e di distruzione delle infrastrutture di Hamas. Non mancano gli scontri con i miliziani. Il Ministero della Difesa di Israele fa sapere che l’IDF non lascerà quei territori fino alla completa distruzione delle roccaforti. Stessa sorte tocca a quelle del sud.
Il controllo della Striscia da parte dell’IDF aumenta. I combattimenti sono ad alta intensità ovunque. L’enclave è stata mappata e suddivisa in moltissime zone numerate. La cartina con la ripartizione dei blocchi è stata pubblicata on-line unitamente alle istruzioni per l’evacuazione delle aree a rischio fuoco. Sono però pochissimi gli abitanti della Striscia che hanno la possibilità di controllarla utilizzando il codice QR, manca l’elettricità e la copertura internet.
I carri armati sono arrivati a Khan Younis, città natale di Yahya Sinwar2 nel sud della Striscia, dove operano formazioni di Hamas bene organizzate ed agguerrite. Si prospettano scontri durissimi. Li si nasconderebbero i capi di Hamas della Striscia.
Aumentano gli scontri
Israele porta avanti le sue operazioni secondo gli obiettivi prefissati ma Hamas e le milizie palestinesi sia a Gaza che in Cisgiordania non stanno ferme e rispondono. Le forze IDF vengono ingaggiate col fuoco lungo le linee di avanzamento e non solo. Le Brigate Al Quassem di Hamas e altre formazioni miliziane3 rivendicano il lancio di attacchi missilistici e razzi sul Sud di Israele.
Le operazioni e gli scontri aumentano anche in Cisgiordania. Le milizie palestinesi di quel territorio attaccano sempre più spesso le forze israeliane con armi leggere e ordigni improvvisati (IED- Improvised Explosive Device). Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP) minaccia un’escalation in risposta all’uccisione di palestinesi combattenti e civili.
Fuoco incrociato anche nel nord di Israele con gli Hezbollah (HL). I militanti del “Partito di Dio” (HL) dal sud del libano lanciano razzi e bombe da mortaio contro le truppe israeliane e i civili. Israele ha istituito una fascia di evacuazione, larga 5Km, lungo tutto il confine e lancia raid aerei sulle postazioni HL.
La guerra tra Israele ed Hamas si ripercuote anche sulle forze americane stanziate in Siria ed in Iraq. L’asse della resistenza islamica irachena, supportata dall’Iran, mette in costante allerta le forze americane dislocate nei due paesi. Dal 18 ottobre sono stati rivendicati più di 80 attacchi contro il personale e le strutture USA in medio Oriente.
Nella Striscia la situazione è drammatica, apocalittica dice l’ONU. Le speranze per giungere ad una ulteriore tregua sono molto basse. Ne Israele ne Hamas mostrano la volontà per giungere ad un accordo.
- Yaniv Kubovich & Jonathan Lis – Israeli Army Plans to Expand Gaza Offensive Once Hamas Cease-fire Ends – “…it will be bigger and take place throughout the Gaza Strip.” – Haaretz, 27 November 2023 ↩︎
- Capo di Hamas nella Striscia è indicato tra gli ideatori ed organizzatori dell’attacco del 7 ottobre scorso. ↩︎
- Brigate di Al Quds, Brigate dei Martiri di Al Aqsa, Brigate della Al Nasser Salah al Din ↩︎
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