Don Alberto Ravagnani è un giovane sacerdote lombardo. Nato nel 1993, è stato ordinato sacerdote nel 2018. Ricopre attualmente il ruolo di vicario della parrocchia ‘San Michele Arcangelo’ di Busto Arsizio (Varese).
Don Alberto Ravagnani ha acquisito notorietà come il “prete social”. Basti pensare all’enorme seguito che riscuote su Instagram, TikTok e YouTube. Anni fa ha dichiarato: “La mia missione è la fraternità. Questa è la Chiesa. Questa è la fede. Questa è la gioia che sgorga da Dio. Vorrei gridarlo a tutto il mondo, perché mi sembra assurdo che così tante persone non lo abbiano mai sperimentato. Mi viene da piangere al pensiero che noi abbiamo trovato un tesoro così grande, dei fratelli, mentre tanti, troppi ragazzi non hanno la minima idea di che cosa significhi sentirsi amati da Dio”.
Chi scrive non osa certo asserire che Don Alberto Ravagnani non sia mosso da buone intenzioni. Non conoscendolo nella vita di tutti i giorni sarebbe assurdo muovergli attacchi sulla base di congetture. Il punto è che, oltre a una platea di follower e veri e propri “seguaci”, il Don è un personaggio estremamente divisivo.
Bella Prof, aka Gianmario Pagano, è un sacerdote sulla sessantina, dotato di un bagaglio storico e teologico invidiabile. Si è confrontato spesso con YouTuber atei o agnostici, riscuotendo stima e successo anche tra i follower di questi ultimi. Le sue motivazioni sono state apprezzate e hanno fatto riflettere un po’ tutti.
A Don Alberto Ravagnani non è andata proprio così. Il sacerdote brianzolo, come scritto sopra, è molto, troppo, divisivo. Così come è divisiva la sua parlata alla Montemagno. I suoi video sono interessanti e belli quando mostra le attività degli oratori e delle parrocchie, nonché le belle iniziative legate alla fede e al sociale.
Il problema risiede nelle tecniche di confronto e nelle argomentazioni. Al contrario, Bella Prof, grande esperto di teologia e con conoscenze storiche approfondite, riesce a far riflettere tutti e a far rispettare al massimo qualsiasi sua argomentazione. Riesce ad argomentare e a dare risposte convincenti a qualsiasi obiezione sulla fede.
Don Alberto in tal senso zoppica parecchio. Lui è più un prete “da omelia”. Essendo giovane, risulta anche irruento. Si è ritrovato a dialogare, ad esempio, con Fedez in Mucchio Selvaggio o con Osa Sapere-Ateo Tube.
Il primo è praticamente nullo a livello di argomentazioni storiche e non ha la minima cultura accademica. Eppure in un confronto è estremamente furbo e dotato di enorme “cazzimma”. Quella sorta di cazzimma di strada. Il secondo sa di filosofia ed è un fine oratore. Si rifà a teoria storiche e scientifiche spesso strampalate e inaccettabili a livello accademico. Ipotesi naturalmente fragili e facilmente confutabili a chi è dotato di certe competenze. Eppure riesce a fare leva sulla platea.
Cosa serve per reggere il confronto e avere la meglio grazie alle argomentazioni? Una conoscenza approfondita a livello storico e teologico, in primis. Il “Don” è più un sacerdote da oratorio, che avvicina i giovani alla comunità, ma anche un “marketer”. Non è certamente un teologo da dibattito tantomeno ha esperienza nel districarsi in queste situazioni.
Chi scrive ha competenze in materia e ha guadato vari dibattiti con il Don. Non si può non storcere il naso all’osservare la fallacia delle argomentazioni di entrambe le parti. Don Alberto Ravagnani fa da sparring partner ad avversari che, pur non avendo alcuna competenza accademica in materia e pur rendendosi protagonisti di continui errori marchiani, sono comunque scafati in un dibattito e utilizzano “armi” spesso non lecite.
Gli stessi avversari nutrono, al contrario, enorme rispetto nei confronti di chi si pone un certo modo e di chi pone determinate argomentazioni di stampo accademico. Il giovane che si approccia a questi video non ha competenze storiche e accademiche. Se vuole corroborare la propria fede o avvicinarsi alla stessa, la debolezza delle argomentazioni di un Don Alberto Ravagnani lo fanno allontanare. E il giovane viene anche fuorviato dalla scaltrezza degli avversari del Don.
Se quest’ultimo si fosse limitato a video sul suo canale, parlando della sua attività di sacerdote e spiegando alcuni principi da catechismo avrebbe ricevuto un apprezzamento più unanime. Per sostenere certi dibattiti occorre essere preparati in tal senso. E, a livello oggettivo, non possiamo non constatare che al sacerdote brianzolo manchino certe conoscenze accademiche.
A quel punto anche un modesto YouTuber rivale, scafato e bravissimo nel marketing, furbo nel citare autori e a parlare di filosofia, pur proponendo idee reputate aberranti a livello accademico, riesce a convincere i giovani delle proprie idee. Ed è qui che il Don si dà la zappa sui piedi e fa sì che tra i giovani proliferino fake news portate avanti da personaggi, sicuramente disonesti intellettualmente e con scarse competenze accademiche, ma decisamente più furbi.
