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La guerra in Ucraina, che continua, viene mediaticamente offuscata dal conflitto in Medio Oriente tra Israele ed Hamas. E non solo.

L’inverno ad est è già una realtà, è l’inizio della stagione fredda ma i suoi effetti si sentono lo stesso. Il freddo notturno “irrigidisce” i soldati al fronte nelle loro postazioni e nei mezzi. È lo stesso dall’una e dall’altra parte.

La popolazione civile ucraina, che vive nei pressi del fronte, soffre la carenza di energia elettrica e si appresta ad affrontare un altro inverno nella precarietà e nelle restrizioni imposte dalla guerra non voluta.

L’inverno, tatticamente, porta con sé un “aiuto” per chi combatte. Il freddo fa ghiacciare i terreni resi acquitrinosi dalle piogge autunnali. Il suolo si compatta e rende il movimento dei mezzi corazzati e meccanizzati più agevole. Questo potrebbe portare qualche vantaggio alle truppe di Kiev che sono in controffensiva al Sud nella regione di Zaporizia. Ma anche a quelle russe che contrattaccano nel nord est direzione kupiansk e ad est sul saliente Avdiivka nel Donetsk.

Ad Avdiivka si potrebbe assistere allo stesso copione della battaglia di Bakmut. Si stima che in città, ormai abbandonata, siano rimasti circa 1.000 civili. Una città importante strategicamente e perciò al centro della contesa sul fronte orientale. Sulla direzione principale opererebbero anche degli elementi della Wagner rientrati sotto il controllo del ministero della difesa russo. Altri ex della compagnia privata che fu di Prighozin operano nelle file delle formazioni combattenti cecene, l’Akmat.

La situazione al fronte per le truppe è molto pesante da entrambe le parti. Kiev stima che la Russia abbia perso circa 300.000 soldati. Anche le perdite ucraine sono notevoli. Ed in Ucraina si registrano delle manifestazioni di piazza dove si chiede un periodo di riposo per i soldati. Molti sono in combattimento dall’inizio della guerra, 18 mesi. Ma la situazione al fronte non è tale da poter consentire una rotazione delle truppe né ci sarebbe personale disponibile per poterla attuare.

Siamo in una fase degli scontri dove nessuno prevale sull’altro. Si parla di stallo. Il Presidente bielorusso Lukashenko dice che le due parti dovrebbero sedersi al tavolo dei negoziati. Zelensky, intervenuto a Malta alla riunione della Formula della Pace rimanda al suo piano di pace in 10 punti che prevede un ritiro completo delle truppe russe. 

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