L’inverno nell’est Europa arriva in anticipo rispetto a quello che siamo abituati alle nostre latitudini. In Ucraina il freddo pungente sta attanagliando persone e territori.
Molti per l’inverno avrebbero pronosticato una pausa o un forte degradamento delle operazioni ma le forze ucraine vogliono capitalizzare ciò che hanno ottenuto con le controffensive a Kharkiv e Kherson. Hanno riconquistato quasi il 55% dei territori occupati dopo il 24 febbraio e sanno che qualsiasi pausa o forte rallentamento consentirebbe alle forze russe di rafforzare le proprie unità e le posizioni sul terreno.
Le truppe di Kiev sono abituate all’inverno e sanno combattere durante quella che, da quelle parti, è la migliore stagione per le manovre meccanizzate e corazzate. In primavera col disgelo i terreni diventano fangosi ed acquitrinosi tanto da essere impraticabili. I russi invece potrebbero avere delle difficoltà, nella prosecuzione delle operazioni a ritmi sostenuti, per la presenza nei ranghi di mobilitati e riservisti poco addestrati a combattere in inverno e forse anche male equipaggiati.
A coloro che avrebbero suggerito un rallentamento delle operazioni il Ministero della Difesa ucraino ha risposto laconicamente che “probabilmente non hanno mai preso il sole a gennaio sulla costa meridionale della Crimea”.
Invece qualche funzionario dell’intelligence americana prevede un calo di ritmo della guerra perché ambo le parti hanno necessità di rifornirsi e riorganizzarsi.

Sul terreno gli scontri continuano tra offensive, controffensive e difese.
Nei territori delle regioni di Kharkiv Orientale e Lugansk Occidentale gli ucraini intensificano l’offensiva sull’allineamento Svastove-Kreminna, lungo la statale P66 che è una importante linea di comunicazione.
Più a sud c’è il Donetsk, il fronte più caldo. Qui è tutto buio, come in molte parti dell’Ucraina, e solo gli ospedali sono illuminati con l’energia elettrica fornita della rete statale.
La città di Bakmut è le aree limitrofe sono sotto la pressione delle truppe di Mosca, da mesi ormai. La città è un importante snodo viario verso: Sloviansk, Siversk e Lisychansk (da N-Ovest a N-Est), Avdiivka, Donetsk City e Mariupol verso Sud.
Secondo gli inglesi gli sforzi prolungati dei russi su questa città stanno logorando uomini e attrezzature, a fronte di vantaggi operativi trascurabili.
Sul Fronte Meridionale le truppe di Mosca, ritiratesi sui territori di Kherson Orientale (riva sinistra del Dnipro), organizzano più linee di difesa per contrastare una futura offensiva di Kiev e proteggere le aree che degradano verso la Crimea. I russi si attestano a difesa delle principali linee di comunicazione che vanno sia verso la Crimea che verso l’oblast di Zaporizhia.
Intanto un primo nucleo operativo di Kiev ha attraversato il fiume ed ha issato la bandiera Giallo-Blu su un piccolo fabbricato della riva sinistra del Dnipro. Potrebbe essere il segnale che Kiev è pronta all’offensiva nel sud di Kherson.
L’attacco ucraino sul territorio della Federazione Russa, con droni di fabbricazione ex Unione Sovietica, è l’avviso che Kiev non si fa intimidire e secondo il NY Times è il segnale di una nuova volontà dell’Ucraina di alzare la posta in gioco della guerra.
Seguici anche su Instagram!
