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La controffensiva Ucraina non è ancora partita e secondo le dichiarazioni del Ministro della Difesa Oleksiy Reznikov i preparativi continuano e “stanno volgendo al termine”. Il Ministro non si limita a sperare in questa azione ma ci crede fermamente. Dice che si stanno aspettando le giuste condizioni meteorologiche nonché le decisioni militari finali. È convinto che sia stato fatto molto affinché la controffensiva abbia successo.

Si sa che oltre alla pianificazione ed alla preparazione per una azione militare ci vogliono armi e munizioni. Il Presidente Zelensky le ha sempre chieste e lo fa ancora.  

Il Financial Times, i giorni scorsi, proprio sulla fornitura di armi ha aperto una polemica con l’Italia. Secondo la testata giornalistica americana i venti Obici semoventi da 155 millimetri consegnati dal nostro paese all’Ucraina erano inutilizzabili.

In Merito, il 1° maggio, c’è stata una nota del Ministero della Difesa Italiana che chiarisce i termini della questione. Nel comunicato oltre a sottolineare l’importanza del sostegno dell’Italia all’Ucraina viene specificato che “… I mezzi sono stati richiesti, comunque, da parte ucraina, nonostante le condizioni, per essere revisionati e messi in funzione, vista la urgente necessità di mezzi per fronteggiare l’aggressione russa…”. Sembra chiaro cosa si è voluto dire: l’accordo prevedeva la fornitura di questi mezzi dall’ Italia (anche se dismessi) che sarebbero poi stati ricondizionati (dagli ucraini o da chi per essi) per l’uso. E così è stato. Infatti il Kiv Post ha riportato che questi semoventi sono stati riparati e sono già operativi sul campo di battaglia.

Sulle forniture di armi e munizioni vi è sempre stata una certa attenzione e contrapposizione. Da queste può dipendere l’efficacia della resistenza, della difesa e della controffensiva ucraina. A Bruxelles si parlerà di un piano per aumentare la produzione di munizioni per fornirne all’Ucraina un milione l’anno.

Carenza di munizioni per la Russia

Anche per la Russia ci sono delle criticità sulle munizioni. Per sopperirvi riceverebbe munizioni dall’Iran. Le forniture iraniane di granate e munizioni verrebbero trasportate con navi russe attraverso le rotte del Mar Caspio. Secondo il Wall Street Journal negli ultimi sei mesi, attraverso questo grande lago salato, sarebbero transitati oltre 300.000 proiettili di artiglieria e più di 1.000.000 di munizioni.

La scarsità di munizionamento e del rifornimento continua a causare dissapori tra il Ministero della Difesa russo ed il Gruppo Wagner che ne chiede molte di più per la battaglia di Bakmut. Alcuni mil-blogger russi evidenziano che tale carenza influisce sul ritmo di avanzamento e sulle perdite.

Mosca, per sopperire, da tempo spinge sulla mobilitazione della sua industria di difesa ma sembra che questa non riesca a soddisfare le richieste per una produzione di guerra molto spinta. Contrariamente il Ministro della Difesa Shoigu afferma che la Base Industriale della difesa (DIB) ha aumentato la produzione e che le truppe russe finora hanno ricevuto sufficienti munizioni per infliggere grossi danni agli ucraini.

Per gli ucraini la carenza di munizioni costringerebbe i russi a ridurre i carichi di missili da crociera sui bombardieri strategici TU-95 e TU-160.

La logistica russa sul campo di battaglia è in difficoltà. È stata confermata la notizia della sostituzione del Vice Ministro della difesa, il Generale Mikhail Mizintsev detto il macellaio di Mariupol, responsabile dell’intera logistica militare russa.

Gli ucraini vorrebbero approfittare delle difficoltà logistiche russe. Sperano di spingere e migliorare le loro posizioni lungo tutta la linea del fronte per imprimere ulteriori perdite alla logistica di Mosca.

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