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Gabriele Marchesi è tornato libero: il 23enne, ai domiciliari da fine novembre in seguito a un mandato di arresto europeo, è stato prosciolto dalla Corte d’Appello di Milano che ha respinto la richiesta dell’Ungheria. L’idea da parte del paese dell’Est Europa era quella di farsi consegnare il ragazzo indagato per il caso di Ilaria Salis. Alla base della scelta di liberarlo, esiste il “rischio reale di un trattamento inumano e degradante” nelle carceri ungheresi e “c’è fondatezza di timori di reali rischi di violazione dei diritti fondamentali”. Il ragazzo si è limitato a dire “sono contento” ed è tornato a casa su consiglio del suo avvocato.

Le parole del sostituto pg di Milano Cuno Tarfusser

“Non so se questa decisione crei un caso diplomatico, io faccio il magistrato, non esistono casi uguali ed è nella natura delle cose, non è uno schiaffo all’Ungheria, è la constatazione che l’Ungheria si è allontanata dallo spirito che ha animato lo sviluppo europeo verso un comune sistema giudiziario. Non siamo noi in Italia a poter insegnare come si trattano i detenuti in realtà ma qua va detto che la pena non era proporzionata rispetto al fatto contestato, a me bastava la non proporzionalità, ma la Corte ha argomentato con tutta una serie di motivi, ha accolto un po’ quello che ho detto io, un po’ quello che ha detto la difesa. C’è da dire che Marchesi rischiava tra i 2 e i 24 anni, una finestra abbastanza larga”.