Il caso del Mostro di Firenze si arricchisce di un ulteriore capitolo: la famiglia di Francesco Vinci ha ottenuto la riesumazione del cadavere dell’uomo.
L’obiettivo è dimostrare se la salma appartenga davvero al Vinci oppure no, quest’ultima tesi sostenuta dalla famiglia.
Vinci è uno degli indagati nella vicenda del Mostro di Firenze durante il periodo della cosiddetta “pista sarda“, che portò gli investigatori ad accusarlo degli omicidi di coppiette avvenuti in Toscana tra il 1968 e il 1981.
Gli inquirenti si concentrarono sul Vinci e su suo fratello Salvatore, personaggi legati alla malavita sarda che agiva nelle zone della Toscana.
L’uomo, originario di Villacidro, venne scarcerato a causa dell’omicidio dei tedeschi a Giogioli nel 1983, avvenuto durante la sua permanenza in prigione.
Vinci tornò prepotentemente nelle pagine di cronaca nel 1993, quando le forze dell’ordine trovarono il suo corpo carbonizzato nelle campagne di Pisa.
I familiari del Vinci, però, non hanno mai creduto all’ipotesi della morte dell’uomo e sostengono che sia ancora vivo.
Il criminologo Davide Cannella ora ha ottenuto la riesumazione del cadavere, il cui DNA servirà per effettuare delle comparazioni con i reperti dell’indagine sul Mostro.
Ad aiutare nelle indagini Cannella saranno Eugenio d’Orio, genetista forense all’Università Federico II di Napoli, e Aldo Allegrini, medico legale di Lucca.
Alle indagini parteciperà anche la Procura di Firenze, informata su questo nuovo sviluppo della vicenda.
Cannella è intervenuto per spiegare lo svolgimento di queste nuove indagini e chiarire le motivazioni del rinnovato interesse nei confronti del Vinci:
“Abbiamo avuto l’autorizzazione comunale alla riesumazione e preleveremo i tessuti per fare il confronto col Dna dei familiari.
In caso di conferma, il sospetto che non sia Francesco Vinci cade. Altrimenti avremo il cadavere di uno sconosciuto e dovremo sapere se Francesco Vinci, che è nato nel 1943, è ancora vivo e dove si trova“.