Si è svolta ieri sera a New York l’annuale cerimonia di consegna dei premi Pulitzer, il massimo riconoscimento giornalistico americano.
Dopo la menzione speciale, ricevuta nell’edizione 2022 per il “coraggio, la resistenza e l’impegno” nella copertura delle notizie durante la guerra, i giornalisti ucraini dell’Associated press (AP) Mstyslav Chernov, Evgeniy Maloletka, Vasilisa Stepanenko e Lori Hinnant, quest’anno, hanno ricevuto il premio più ambito delle 15 categorie dedicate al giornalismo, ovvero quello del servizio pubblico.
I 4 giornalisti dell’AP hanno vinto il premio grazie al loro coraggioso reportage dalla città assediata di Mariupol sul massacro di civili durante l’invasione russa dell’Ucraina.
Il New York Times ha fatto il bis di premi, aggiudicandosi sia il premio per le notizie internazionali, grazie alla “risoluta copertura sull’invasione russa in Ucraina” e alle indagini sulla strage degli ucraini nella città di Bucha, sia quello per il reportage illustrato e commentato, assegnato alle collaboratrice britannica di origine irachena Mona Chalabi, “per le illustrazioni sorprendenti che combinano rapporti statistici con analisi approfondite per aiutare i lettori a comprendere l’immensa ricchezza e il potere economico del fondatore di Amazon Jeff Bezos”.
Mentre al Washington Post sono andati i premi Pulitzer per le notizie azionali, grazie alla serie di articoli sull’impatto per l’America della sentenza della Corte suprema sull’aborto del 24 giugno 2022 della giornalista Caroline Kitchener, e per la scrittura caratteristica con Eli Saslow per gli articoli evocativi su persone alle prese con la pandemia, la solitudine, la tossicodipendenza e l’ineguaglianza.
Mentre tra i premi Pulitzer per le arti è stato assegnato il “nonfiction generale”, la categoria che descrive i fatti accaduti nella realtà, ai giornalisti Robert Samuels e Toluse Olorunnipa per la biografia di George Floyd, l’afroamericano ucciso da un poliziotto il 25 maggio 2020 a Minneapolis, dal titolo “Il suo nome è George Floyd: la vita di un uomo e la lotta per la giustizia razziale”.