Oggi veneriamo San Gennaro. Il vescovo e martire è nato il 21 aprile del 272 a Benevento è morto il 19 settembre 305 a Pozzuoli. La commemorazione è ricordata dalla Chiesa il 19 settembre.
Di famiglia nobile, fervente cristiano, fin dall’infanzia predilesse la vita ecclesiastica. Aveva trenta anni, era sacerdote e vescovo di Benevento, quando scoppiò la persecuzione di Diocleziano. Gennaro era molto amico del diacono Sosio, i due parlavano molto, San Gennaro trovava nei loro discorsi conforto spirituale. Un giorno, mentre Sosio leggeva il Vangelo nella chiesa, il Santo vide scintillare sopra il suo capo una fiamma che riconobbe essere preannunzio del martirio, pieno di gioia per tanta grazia, baciò il capo di colui che doveva patire per amore di Gesù Cristo e ne rese grazie al Signore, rimase quindi in attesa che si compisse la volontà di Dio.
Qualche tempo dopo, per ordine del giudice Draconzio, il santo diacono fu rinchiuso in prigione, Gennaro andò a visitarlo, entrato nel carcere, esclamò:
- “Quest’uomo di Dio è tenuto prigioniero senza alcun motivo?” Le parole furono riferite a Timoteo, prefetto della Campania, che fece arrestare anche Gennaro. Gennaro fu gettato in una fornace ardente uscendone illeso, quindi gli venne stirato il corpo affinchè si rompessero le articolazioni. Ancora il diacono Sisto, il lettore Desiderio, presi e incatenati furono trascinati assieme al vescovo, davanti al carro del prefetto, fino a Pozzuoli. Tutti gettati nella stessa prigione dove erano detenuti Sosio, Proculo e i cristiani Eutiche e Ponzio.
Oggi veneriamo San Gennaro
Portati tutti a Pozzuoli furono esposti alle fiere nell’anfiteatro. Il prefetto pronunciò contro i martiri di Cristo la sentenza capitale, divenuto cieco all’istante recuperò la vista grazie alle preghiere di San Gennaro. A tale miracolo quasi cinquemila uomini abbracciarono la fede di Cristo. Il giudice non convertito dal beneficio, sdegnato per la moltitudine delle conversioni, ordinò che il vescovo con compagni fossero uccisi di spada, era il 19 settembre. I Napoletani, dietro avviso celeste, accorsero a raccogliere in ampolle parte del sangue di San Gennaro e trasportarono il corpo prima a Benevento, poi a Montevergine e infine nella cattedrale di Napoli, dove fu eletto patrono principale della città.
Nella cappella del tesoro della cattedrale si conserva il capo e due ampolle di sangue del santo, da sedici secoli si ripete il miracolo detto di S. Gennaro. Il miracolo venne studiato da dotti di ogni secolo e d’ogni fede e tutti furono d’accordo nell’attribuirlo ad un intervento soprannaturale. Nella ricorrenza del martirio e della consacrazione episcopale si pone il capo racchiuso in una preziosa custodia, alla presenza del sangue raggrumato e contenuto in due ampolle di cristallo. Senza alcun intervento esterno, la massa di sangue passa dallo stato solido a liquido e comincia a bollire.
Preghiera:
O Dio, che ci rallegri coll’annua solennità dei tuoi santi martiri Gennaro e compagni, concedi che come siamo rallegrati dai loro meriti, così siamo infiammati dai loro esempi.
Martirologio Romano:
San Gennaro, vescovo di Benevento e martire, che in tempo di persecuzione contro la fede, a Pozzuoli vicino a Napoli subì il martirio per Cristo.
Protettore:
- Donatori di sangue, orafi
Patrono di:
- Regione Abruzzo: Notaresco
- Regione Campania: Napoli, Torre del Greco, Afragola, Ercolano, Somma Vesuviana, Cercola, San Gennaro Vesuviano, Cervinara, Trecase
- Regione Lombardia: Livraga
- Regione Marche: Folignano
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