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Oggi veneriamo San Giuseppe Lavoratore. La commemorazione è ricordata dalla Chiesa il primo maggio. Nel Vangelo viene chiamato fabbro. E’ stato falegname, all’occasione anche fabbro, carpentiere, carradore. Maneggiava la pialla, la scure, la sega, il martello. Così tutti i giorni, dal mattino alla sera, per tutta la vita.

Fu uomo giusto, sapeva che il lavoro è legge per tutti. Non si ribellò, non si lamentò del suo mestiere, nè della fatica. Lavorò con assiduità, Amò il lavoro. Non badò a tutte le ragioni che avrebbero potuto indurlo a non occuparsi delle cose materiali: l’essere discendente del grande Re Davide, l’essere sposo della Madre di Dio, il Padre putativo del Verbo Incarnato e la di lui guida. L’umiltà gli insegnò a conciliare la sua dignità con l’esercizio del suo faticoso mestiere.

Uomo giusto, osservava esattamente il riposo settimanale del sabato prescritto da Dio agli Ebrei. Lasciava l’officina quando i doveri delle celebrazioni religiose lo imponevano, o quando speciali voleri di Dio lo ispiravano a intraprendere dei viaggi. Da uomo di fede trasformò la fatica quotidiana in un grande mezzo di elevazione, di merito, di esercizio di virtù. Nutrì e crebbe il Fanciullo Divino che si preparava a essere la vittima per la redenzione del mondo.

Oggi veneriamo San Giuseppe Lavoratore

In pratica:

Stimiamo il lavoro. Lavoriamo con onestà, con diligenza, con pazienza, di buona voglia. Amiamo il lavoro. Santifichiamolo e rendiamolo meritorio vivendo abitualmente in grazia e offrendolo ogni giorno al Signore.

Preghiera:

O Dio, Creatore delle cose, che hai stabilito la legge del lavoro al genere umano, concedici propizio che, sull’esempio e col patrocinio di S. Giuseppe, facciamo bene le opere che ci comandi e raggiungiamo il premio che prometti.

Martirologio Romani:

Solennità di san Giuseppe Lavoratore, Sposo della beata Vergine Maria, Confessore, Patrono dei lavoratori.

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