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Oggi veneriamo Santa Elisabetta della Trinità. La carmelitana è nata il 18 luglio del 1880 a Bourges-Francia, è morta il 9 novembre del 1906 a Digione-Francia. La commemorazione è ricordata dalla Chiesa il 9 novembre.

Elisabetta Catez nacque nell’accampamento militare di Avor, vicino a Bourges, la famiglia visse per un periodo ad Auxonne, poi si trasferì a Digione, il padre morì quando era piccola. Bambina vivace, impetuosa, riflessiva ma difficile, ricevuta la prima comunione, si verificò un cambiamento dovuto al sacramento. Cominciò a percepire una vocazione per il sacramento e il raccoglimento interiore. Due istitutrici le insegnarono i rudimenti del sapere, la istruirono alla letteratura. Aveva doti musicali, sunò il pianoforte al Conservatorio di Digione, fu premiata per i concerti.

A quattordici anni scelse Cristo come sposo, disse:” Mi dono totalmente a Lui, con un voto di verginità, senza esitazione “. La madre le proibì i contatti Carmelo di Digione e cominciò a presentarla a uomini importanti, che Elisabetta ignorò. Insegnò catechismo ai bambini della parrocchia, assistette i poveri, partecipò ai balli e ad altre cerimonie sociali, sempre conscia della Trinità in se:” Si può ascoltare Dio, nel silenzio di un cuore che desidera soltanto appartenergli “. Entrò nel Carmelo di Digione il 2 agosto 1901, sette mesi dopo le fu diagnosticata un tremenda malattia, il morbo di Addison, che la consumò lentamente.

Nel 1906 le condizioni di Elisabetta peggiorarono, si offrì come “vittima” alla Trinità. Scrisse alla madre: “Il mio Sposo desidera che io sia l’umana trasposizione della sofferenza per la gloria del Padre e la salvezza della Chiesa “. Per volontà della priora scrisse la sua vita in due manoscritti che furono pubblicati tempo dopo.

Oggi veneriamo Santa Elisebetta della Trinità

Riassunse il suo pensiero in una lettera scritta a un amico nel 1902:” Portiamo dentro di noi il paradiso, poiché colui che illumina i santi con la visione celeste si concede a noi nella fede e nel mistero, alla stessa maniera. Sento di aver trovato il paradiso sulla terra, poiché il paradiso è Dio e Dio è nella mia anima. Il giorno che ho capito questo, è entrata in me una luce, perciò voglio sussurrare questo segreto a tutti quelli che amo, affinché anch’essi, in qualsiasi circostanza si trovino, s’innalzino sempre più verso Dio “. Restò tra la vita e la morte per otto giorni, si spense a novembre del 1906.

Martirologio Romano: A Digione in Francia, Santa Elisabetta della Santissima Trinità Catez, vergine dell’Ordine delle Carmelitane Scalze, che sin dalla fanciullezza cercò e contemplò nel profondo del cuore il mistero della Trinità e, ancora giovane, tra molte tribolazioni, giunse, come aveva desiderato, all’amore, alla luce, alla vita.

Santificata da Giovanni Paolo II il 25 novembre del 1984 con la Solennità di Cristo Re. Canonizzata da Papa Francesco il 16 ottobre del 2016.

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