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Dal 27 marzo 2024 è stato distribuito nelle sale cinematografiche Priscilla. Ispirato alle memorie della vera protagonista Priscilla Presley, scritte nel 1985 in ”Elvis and me”.

Gli attori Jacob Elordi e Cailee Spaeny si sono calati perfettamente nelle vesti dei due protagonisti della storia – con una regia vincente, quelle di Sofia Coppola -viene raccontato l’amore turbolento tra uno dei più grandi cantanti degli anni 50′ Elvis Presley e la sua compagna.

La trama di Priscilla

Il giovane ventiquattrenne, ormai noto nel panorama musicale e attoriale, si innamora della giovane diciassettenne. Priscilla capovolgerà del tutto la sua vita per coronare la loro storia d’amore. Un surplus di momenti sequenziali – ispirati dall’autobiografia della stessa Priscilla- in cui l’amore si fonde in una gabbia per la giovane Priscilla. La gabbia di un personaggio che per quanto amato, desiderato, idealizzato, non è altro che un uomo coerente nella sua epoca e tristemente attuale.

Il film non parla d’amore, ne veste solo i panni. Quelli sporchi. Una minorenne viene intrappolata in una storia con un uomo più grande di lei, in cui non avrà più voce in capitolo nella sua vita ma che avrà il giusto coraggio per cambiarne le sorti. La narrazione nasconde un corpus di violenze verbali,psicologiche, linguistiche e fisiche. Un intreccio emotivo che merita di essere guardato, capito e non emulato.

Le parole della regista

 In una intervista Sofia Coppila ha spiegato perchè ha voluto raccontare la prospettiva di Priscilla, “Ho voluto raccontare questa storia che all’inizio sembra quella di una favola, una favola americana, con Priscilla che diventa la principessa di Graceland, ma presto la fiaba si fa oscura, e si scioglie davanti ai suoi occhi, mostrandole una realtà diversa.”

L’oscurità viene dal fatto che Priscilla e Elvis stanno sempre chiusi in casa, in questa specie di man cave che è Graceland, dal fatto che spesso dormono di giorno, ma è anche simbolica dell’oscurità della storia e della relazione. In più, i limiti fisici che vive Priscilla, confinata in casa, è per me metaforica di tutte restrizioni che limitano le donne”,aggiunge.

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