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Le Università americane sono attraversate da una tempesta di proteste. Da nord a sud, da costa a costa. Gli studenti protestano contro la guerra in Medio Oriente tra Israele ed Hamas.

Le onde dei dissensi sono accompagnate da motti contro Israele per ciò che sta facendo a Gaza. Le proteste hanno tutte il sapore di essere filo palestinesi. Si grida “Free Palestine”.

Gli amministratori dei campus sono in bilico ed in una difficile posizione: garantire la libera protesta da una parte e il diritto di non farlo da parte di moltissimi studenti ed anche docenti. Spesso chi protesta non lo fa pacificamente.

A volte le manifestazioni si sono rivelate violente e la sicurezza di molti è messa in pericolo. Molte università hanno deciso di porre fine alle occupazioni che hanno accompagnato le proteste. Hanno chiesto l’intervento della polizia per effettuare lo sgombero sia di alcuni locali che del suolo dell’università dove si erano attrezzati campi con tende. I “Cops” americani sono intervenuti anche in assetto antisommossa. In molti atenei di fronte alle proteste ed alle resistenze si è proceduto ad arrestare centinaia di giovani.

Le proteste, da parte di molti, sono definite antisemite. Molti studenti ebrei sono stati oggetto di molestie e si sentono insicuri. È anche vero che in alcuni campus gli stessi studenti ebrei hanno preso parte alle manifestazioni. Alle proteste anti semite si sono affiancate anche quelle a favore di altre comunità che si sono sentite emergiate negli anni.

Gli studenti sostengono che Israele deve essere sanzionato per ciò che sta facendo a Gaza contro il popolo palestinese. Per il modo con cui sta conducendo la guerra e per come sta agendo contro la popolazione della Striscia. Si grida al genocidio per le migliaia di morti provocate.

Gli studenti vogliono un cessate il fuoco e che le loro università interrompano le collaborazioni con quelle Israeliane.

In alcune manifestazioni è stato anche gridato “intifada”. E la parola, guerra con le pietre, ci riporta indietro nel 1987 in Israele. Quando iniziò la sollevazione popolare dei palestinesi contro le forze israeliane all’interno dei territori che vennero occupati nel 1967. Proteste che si estesero poi anche in Cisgiordania e Gaza. Il grido di questa parola ha trovato la reprimenda del presidente Biden che ben sa cosa ha portato e causato quel periodo di scontri. Per il Capo della Casa Bianca c’è il diritto di protestare ma non quello di creare il caos. Il movimento di protesta non farà cambiare idea all’amministrazione americana sulla rotta intrapresa in medio oriente.

Le proteste negli USA vengono paragonate a quelle che venivano portate avanti durante la guerra del Vietnam. Il pericolo di antisemitismo è molto concreto e molti ebrei americani avvertono il pericolo perché questo gli è molto familiare. Molti ebrei non si sentono al sicuro e lasciano le università.

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