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“Ripresa lenta, saremo definitivamente fuori dalla crisi solo nel 2023”. Così il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli in un’intervista su Il Messaggero. Il presidente promuove le riaperture e i progressi della campagna vaccinale, fondamentali per rimettere in moto l’economia italiana. Ma spiega che la strada da percorrere è ancora molto lunga.

I dati

“A maggio il Pil ha mostrato i primi segnali di una ripresa di qualche rilievo, con un incremento del 3,7% secondo le nostre stime. Se a questo – continua Sangalli – aggiungiamo l’inaspettata crescita registrata dall’Istat nel primo trimestre, allora ci sono le premesse per un possibile recupero superiore al 4,5% nel 2021. Non tutti i settori, ovviamente, stanno viaggiando agli stessi ritmi. Se la manifattura e le costruzioni già da alcuni mesi registrano variazioni positive, per i servizi la strada da percorrere è ancora molto lunga. Per i grandi aggregati del turismo, della cultura e della convivialità, un ritorno ai livelli di produzione e consumo del 2019 potrà verificarsi, molto probabilmente, solo all’inizio del 2023”.

Il lavoro dipendente

“In generale – sostiene il presidente Sangalli – il lavoro indipendente è stato il più colpito dalla crisi. Ad aprile si scontava, rispetto a febbraio del 2020, una riduzione del 6,6% di occupati in questa posizione. Vale a dire 347 mila persone, un numero importante. Finita l’emergenza andranno messe in pista robuste politiche attive fondate sul rapporto tra cura delle competenze e servizi pubblici e privati per l’impiego.

La nuova sfida

“Il Pnrr – annuncia Sangalli – deve affrontare una duplice sfida. La prima: risolvere, nel nostro Paese, nodi strutturali di lungo periodo e rilanciare un processo di crescita in affanno da almeno un ventennio. La seconda: dimostrare che è giunto il tempo di una nuova e più avanzata pagina del progetto europeo. Per affrontare e vincere questa duplice sfida, serve il combinato disposto di investimenti di qualità. E delle riforme indispensabili per il migliore funzionamento del sistema-Italia. Ma serve anche lo sforzo collettivo di cui ha parlato il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco nelle sue considerazioni finali. Per questo, ci sembra necessario anche un confronto più continuo e strutturato con le parti sociali. Bisogna realizzarlo a partire dalla valorizzazione del ruolo del tavolo di partenariato previsto nell’ambito della governance del Piano”.

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