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Ucraina. Il Presidente Zelensky nella sua visita alle principali capitali europee ha ricevuto garanzie sul sostegno e sugli aiuti. Londra gli ha garantito la fornitura di Droni a lungo raggio (200 Km) e dei missili per la difesa aerea. Al G7 di Tokyo ha incassato l’assicurazione di Biden su ulteriori aiuti da parte americana e il via libera per la fornitura degli aerei multiruolo F16. Zelensky si è impegnato a non usarli per azioni in territorio russo. Gli aerei sono sempre stati richiesti e per gli ucraini sono ciò che attualmente manca nel sistema di difesa, aerea/antimissile, per proteggere le città e le truppe al fronte. Prima di vederli operare nella struttura difensiva ucraina ci vorrà il tempo necessario per addestrare i piloti.

La Russia, visto il suo isolamento internazionale, trova terreno fertile in Iran e Corea del Nord per ricevere armi. All’Iran chiede più droni, del tipo più avanzato. Quelli ricevuti finora, gli Shahed, si stanno esaurendo visto il grande uso che ne sta facendo. La collaborazione militare con l’Iran e la Corea è considerata pericolosa non solo per la guerra in Ucraina ma anche per la regione Medio-Orientale dove la repubblica islamica si sta mostrando molto intraprendente.

La Russia vuole essere più efficace nei cieli e starebbe pensando alla costituzione di una nuova unità aerea a livello gruppo che opererebbe in teatro ucraino con compiti di missioni di attacco al suolo. L’unità sarebbe composta da aerei cacciabombardieri Sukhoi Su-24 FENCER, Su-34 FULLBACK e da elicotteri d’attacco. Per gli inglesi la creazione del gruppo indica che per la Russia gli squadroni della sua aeronautica regolare non sono stati in grado di assolvere pienamente alla loro funzione principale di condurre attacchi aerei sulle linee ucraine.

Ucraina

Viene lecito chiedersi dello stato di salute dell’esercito russo dopo un anno di guerra. Per Kyrylo Budanov, capo dell’intelligence militare di Kiev, l’esercito di Mosca ha esaurito le capacità per condurre azioni offensive importanti. Per contro ha un notevole potenziale di difesa, organizzato correttamente a scaglioni, su più livelli. Ingaggiare combattimenti contro le difese russe porterà inevitabilmente a scontri cruenti.

Sul campo di battaglia Bakhmut rimane il centro della guerra per ora. Praticamente la città non c’è più. I russi ne rivendicano la conquista. Tuttavia le truppe ucraine conducono azioni sui rilievi a nord e a sud della città e difendono il controllo delle linee di comunicazione terrestri (GLOC-Ground Line of Communication), la T0504 e T0506, che i russi hanno necessità di guadagnare per un successivo sforzo offensivo. Ma le truppe Wagner, che operano a Bakhmut da mesi, sono giunte all’apice delle capacità operative e al momento non è ipotizzabile un proseguimento dello sforzo con i contrattacchi ucraini sui fianchi della città. Per questo Prighozin, capo della Wagner, intende passare la responsabilità dell’area urbana alle forze regolari di Mosca entro il 1° Giugno e ritirare le sue truppe per consentirgli di riposare e ricostituirsi.

Bakhmut però è ancora una volta teatro del grottesco alterco tra Prighozin e Mosca. Il Cremlino e il Ministero della Difesa riconoscono i meriti della Wagner, sottolineando comunque il supporto delle truppe regolari, ma Prighozin rivendica tutta la vittoria per sé e le sue truppe. È probabile che voglia esibire e far percepire questo successo come bottino per ottenere maggiori responsabilità e attribuzioni, rifornimenti e vantaggi per le sue milizie.

La battaglia di Bakhmut ha prodotto atroci combattimenti con un elevato numero di perdite di vite umane. Quella rivendicata dai russi è una vittoria di Pirro, premessa di futuri scontri sulle direzioni degli insediamenti che si trovano lungo le linee di comunicazione sopra descritte: Slovyansk-Kramtorsk a Nord Ovest e/o di Kostiantynivka ad ovest. Di certo Bakhmut conferma ancora una volta le dimensioni di una guerra d’attrito che il conflitto ha assunto da tempo. Questa estensione a lungo andare sembra avvantaggiare più i russi, gli invasori, che gli ucraini.

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