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Abbiamo intervistato il pro-player Er_Caccia98 sulla sua esperienza nel mondo e-sport.

Chi è Er_Caccia98

Raffaele Cacciapuoti (aka Er_Caccia98) è un ragazzo che dalla provincia di Napoli ha iniziato la sua ascesa nel mondo e-sport con il Monza per poi partecipare ai mondiali con la eNazionale Italiana.
Attualmente Raffaele è un pro-player del Clermont nella ELigue1 ed è ancora parte del team della eNazionale spostandosi tra Francia ed Italia sulla base degli impegni agonistici e delle competizioni in programma.

Le 10 domande

Com’è iniziata la tua carriera nel mondo e-sport?

«La mia carriera è iniziata un po’ per caso in realtà, giocavo online come tutti e mi resi conto di essere particolarmente bravo, di conseguenza provai a partecipare alle cosiddette qualifiche, mi qualificai ad un torneo internazionale a Bucarest e da lì entrai in contatto col Monza».

Cosa hai provato nelle prime competizioni?

«Nei primi tornei sicuramente c’è stata l’ansia dettata dall’inesperienza nel mondo competitivo ma anche meno pressioni perché non ti senti costretto a vincere. Considerando il livello che ho raggiunto e le relative aspettative, forse era meglio prima».

Quale torneo/competizione ha fatto la differenza nella tua carriera?

«Ce ne sono stati tanti, penso che la E-Champions League nel 2021 ed il mondiale nel 2022 siano stati i tornei più importanti a cui ho partecipato e che mi hanno dato la spinta nel migliorare ancora di più».

Com’è stato il tuo periodo nel Monza? Che ambiente hai trovato e che impressione ti sei fatto del mondo e-sport italiano?

«Il periodo al Monza è stato fantastico, 4 stagioni piene di successi e che mi hanno fatto crescere tanto come player ma soprattutto come persona. Sono stato molto fortunato perché il Monza è una delle pochissime società di calcio che tratta l’e-sport in maniera totalmente professionale. In Italia purtroppo siamo ancora molto indietro rispetto alla Francia ed alla Germania».

Ora che stai giocando in Francia, quali sono le principali differenze che hai notato rispetto alla tua esperienza in Italia?

«Oltre alla struttura della Eligue1 totalmente diversa e migliore rispetto alla eSerieA, in Francia la quantità di club interessati al mondo dell’esport è nettamente maggiore. L’esempio più banale che posso fare è la presenza in Francia di un salario minimo per ogni videogiocatore professionista mentre in Italia moltissimi ragazzi partecipano alla eSerieA guadagnando letteralmente zero euro».

Alcune persone ritengono che Fifa (oggi FC24) sia un gioco “pay to win“, qual è la tua opinione e la tua esperienza?

«Il gioco è sicuramente molto pay to win ma il pensiero che chi “shoppa” vince ogni partita è un falso mito: la differenza di squadra, ossia tra due persone che possono aver speso importi differenti, fa la differenza solo se i due player sono allo stesso livello di abilità.
Se dovessi giocare con una squadra mediocre contro un pro player che ha una squadra fortissima perderei senza ombra di dubbio mentre molto probabilmente vincerei lo stesso contro un videogiocatore “normale” nonostante la differenza qualitativa delle squadre».

Quali sono le principali differenze tra il competitivo e la classica esperienza multigiocatore su fifa? Da quale rank in poi ritieni che si percepisca il cambio di difficoltà?

«Quello che cambia realmente è l’approccio al gioco, da videogiocatore amatoriale è molto difficile essere autocritici verso il proprio stile di gioco e si tende a dare la colpa delle proprie sconfitte a fattori esterni. Da quando sono sotto contratto devo accettare che, nella maggior parte dei casi, se perdo è perché ho sbagliato qualcosa. Per quanto riguarda il rank, purtroppo EA FC ha una grossa lacuna, ovvero la mancanza di una modalità ranked dedicata che possa rendere ben chiaro a tutti chi sia pro e chi no».

Qual è la tua giornata-tipo? Cosa fai durante il giorno e come ti alleni?

«La mia giornata tipo in realtà varia molto dalla presenza di competizioni imminenti: ci sono periodi dell’anno dove per giorni magari non mi alleno seriamente, altri in cui faccio sessioni di gameplay e di studio di altri giocatori di anche 7-10 ore al giorno tranquillamente. La cosa positiva di questo lavoro è proprio la possibilità di autogestire quasi totalmente i propri impegni offrendo grande controllo sull’equilibrio con la propria vita privata».

Quali sono le principali difficoltà del mondo e-sport e quali rimedi ritieni necessari?

«Il mondo esport è sicuramente in grande crescita, il problema al momento è lo scarso interesse mediatico verso questo mondo. Noi pro player siamo seguiti da tanti giovani ma la realtà esport non è ancora uno sport seguito da tutti. I più grandi fanno ancora fatica a vedere questo mondo come un qualcosa di concreto spesso banalizzandolo in “sono videogiochi”. L’utilizzo dei media è fondamentale per la crescita di questo settore, l’ideale sarebbe arrivare ad essere inclusi in competizioni come le Olimpiadi così da riconoscere gli esport come “pari” degli sport tradizionali».

Quali sono stati i momenti più importanti della tua esperienza con la nazionale e come ti hanno aiutato?

«L’esperienza con la eNazionale è stata sicuramente la più bella della mia carriera perché, oltre all’onore di rappresentare una nazione intera, i due mondiali a cui ho partecipato erano un torneo di squadra in cui ho potuto creare legami profondi e sinceri con altri giocatori e coach. Mi ha quindi lasciato sicuramente un grande senso di appartenenza e di condivisione di un obiettivo comune. Vincere insieme come squadra è stato molto più bello rispetto alle vittorie in singolo che ho ottenuto in altre competizioni».

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