Vicenza, in pochi giorni due morti per l’influenza H1N1 di tipo A, comunemente chiamata ”Influenza Suina” all’ospedale San Bortolo. Le due vittime, un 55enne e un 47enne, erano ricoveranti in gravi condizioni nel reparto di rianimazione. Non c’è motivo di allarmarsi, spiega il direttore di Malattie Infettive dell’ospedale di Genova, ma bisogna vaccinarsi. «L’influenza H1N1 è quella che ha circolato più frequentemente in Italia quest’anno, si chiama ’suinà perché nel 2009 ci fu una pandemia con numerosi casi e diversi morti nel mondo. È una forma di influenza A che conosciamo bene e ogni anno ci sono dei decessi. Nulla di nuovo all’orizzonte, purtroppo abbiamo vaccinato poco quest’anno. La campagna vaccinale è stata disastrosa e questi sono i risultati, insieme ad una bassissima copertura per il Covid. Sappiamo che i vaccini evitano le forme gravi dell’influenza, purtroppo quando ci sono queste forme così virulente che colpiscono anche soggetti giovani ci si ricorda dell’importanza dei vaccini».
Si è espresso anche il direttore scientifico della Società italiana delle malattie infettive e tropicali, Massimo Andreoni: «I due decessi per l’influenza H1N1 all’ospedale di Vicenza ci ricordano quella che è la storia dell’influenza, che nel 95% dei casi non è una malattia grave dalle conseguenze letali ma c’è un percentuale della popolazione che invece rischia di più. Abbiamo detto sempre i fragili, gli anziani e gli immunodepressi, ma raramente può essere letale anche per i più giovani e sani. Oggi l’80% dei casi di influenza in Italia è proprio H1N1 e non abbiamo, purtroppo, vaccinato bene. C’è ancora tempo per fare le vaccinazioni, vediamo proprio da questi casi di cronaca quanto possa essere determinante essere immunizzati».
Aspirante Giornalista. Laurea in Educatrice socio culturale e iscritta alla Magistrale di Comunicazione, Media Digitali e Giornalismo. Appassionata di temi sociali, gender studies e cronaca rosa.