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Secondo capitolo di “Vita da fuorisede”

Una delle cose che più desideravo durante la mia adolescenza era andare via di casa. Sognavo la vita universitaria, le feste, l’amore, l’amicizia. Poi però ho trovato solo ansia, stress, depressione ed esami arretrati.

Tra le cose che odio di più da quando sono una fuorisede è andare a fare la spesa. Difatti la spesa, per noi studenti fuorisede è una sfida che si divide in tre fasi: la necessità, l’equilibrismo e la busta.

La necessità

Io, come altri fuorisede, faccio la spesa solo quando è strettamente necessario, ovvero, quando ho il frigo vuoto. Nel fare la spesa io ho un solo obiettivo: comprare il cibo e fuggire. Con riluttanza mi presento al supermercato con la maglia del pigiama coperta dal cappotto e una tuta di quando avevo 12 anni.

L’equilibrismo

Entro nel supermercato e vado alla ricerca della bellissima scritta rossa OFFERTA. Una volta preso tante cose inutili che finiranno nel giro di 10 secondi, l’impresa è raggiungere la cassa senza investire nessuno. Pensavate davvero che avrei preso un carrello per metterci le cose dentro? Ovviamente no. Quindi con il cibo in bilico arrivo alla cassa.

La sfida si è quasi conclusa se solo non fosse per quelle casse automatiche orribili in cui ancora non ho capito dove vanno inserite le banconote, quindi per evitare problemi pago sempre con la carta.

Ragazzi io capisco la modernità, però anche meno. Se ci devo mettere 8 ore ogni volta che devo pagare, non ne vale più la pena; poi sarò io che ci metto un poco a capire però era meglio quando davo i soldi direttamente al cassiere.

La busta

Dopo aver pagato ci tocca mettere le cose nella busta, ovviamente. Questo è uno dei momenti più critici. Da un lato c’è il cassiere che crede di essere the flesh e dall’altro, nella mia testa, la vocina di mia madre: “devi mettere le cose più pesanti sotto”.

Il cassiere mi passa la spesa e mi fulmina con lo sguardo.

Allora io capisco che devo fare veloce, ma dammi il tempoo!! Cioè devi pur venirmi incontro! Quindi non passarmi prima i salatini e poi il barattolo di marmellata.

Poi guarda ogni volta che mi lanci i biscotti ti darei un pugno in faccia, se quel giorno mi era andata bene e non avevo preso il pacco di biscotti sbriciolato ci hai pensato tu.

Dopo aver messo tutto nella busta tiro su un sospiro di sollievo e corro via.

Arrivata a casa la spesa verrà lasciata sul divano fin quando non ci sarà più nulla nella busta e non decido che sia arrivato il momento e la metto a posto.