Seiemezzo, la nuova media della Moto Morini
Seiemezzo, la nuova media della Moto Morini, convince sia in versione naked che scrambler: bella, buona qualità e facilità di guida. Moto Morini 6½ STR, 649 / 44,5 kW (61 CV) / 2 cilindri in linea trasversale / EURO 5, € 7.190. Moto Morini 6½ SCR, 649 / 44,5 kW (61 CV) / 2 cilindri in linea trasversale / EURO 5, € 7.590.
E’ tornato di moda stare in sella ad una moto italiana, italiana in senso allargato: la Moto Guzzi, una signora di cent’anni con la proprietà e la produzione sempre rimaste in Italia, la Ducati giovane, arrembante e con proprietà tedesca e produzione sparsa tra Italia e Asia. Ancora altri nomi storici, ma col baricentro spostato ancora più a Est: Benelli, SWM, e Moto Morini, aziende di proprietà cinese e che producono interamente in Cina ma che di italiano mantengono, oltre al marchio, buona parte del concetto iniziale, lo stile, la messa a punto ciclistica.
Accantonati per il momento gli interessanti ma infruttuosi tentativi di rilancio “dall’alto” con le bicilindriche 1200 fatte in Italia, la Morini è letteralmente rinata con la X-Cape 649, una crossover bicilindrica di media cilindrata, semplice nella costruzione ma accattivante nelle forme e bella da guidare. Pensata in Italia e costruita in Cina, la X-Cape dimostra di essere una ciambella nata con il proverbiale buco, un successo commerciale immediato, ora sono arrivate le due sorelle Seiemmezzo: la STR stradale e la SCR scrambler. La str è una naked dall’impostazione classica, moderatamente sportiva, e con tocchi moderni. la scr è una scrambler urbana che ne condivide le quote e le dotazioni. Il nome Seiemmezzo rimanda a successi passati del marchio, come la Tre e mezzo che spopolava negli Anni 70, quando Moto Morini costruiva tutto a Bologna. Oggi è tutto cambiato, la sede si è spostata a Trivolzio, in provincia di Pavia, e la produzione avviene nel distretto industriale di Taizhou Bay, oltre 9.000 km più a est, attorno allo stesso bicilindrico parallelo 650 che equipaggia la X-Cape.
Seiemezzo, la nuova media della Moto Morini
Se il motore della Seiemezzo è in comune con la X-Cape: piuttosto sportivo con le sue misure molto superquadre, 83 mm di alesaggio x 63 di corsa e la distribuzione bialbero, telaio e sospensioni sono specifici, figli di una attività di progettazione e messa a punto ciclistica svolta tutta in Italia. Il traliccio in tubi d’acciaio ha quote differenti e alcuni elementi strutturali dedicati, mentre il lungo forcellone sempre in acciaio resta quello della X-Cape. Come sulla X-Cape, anche sulle Seiemmezzo la componentistica principale ha volti già conosciuti: KYB per le sospensioni con forcella (da 43 mm) e mono regolabili, Brembo i freni con un bel doppio disco da 298 mm anteriore e Pirelli i pneumatici.
Può capitare che a volte le scrambler differiscono ciclisticamente dalle naked, questo non è il caso delle due Seiemmezzo che condividono oltre alle misure delle ruote, anche le geometrie del telaio, l’escursione delle sospensioni (125 mm) e l’altezza della seduta (810 mm). Le differenze sono solo a livello di allestimento. La SCR cambia nella sella, nel manubrio più alto e largo e nelle ruote, a raggi anziché in lega oltre che in dettagli come il colore degli steli forcella, anodizzati oro anziché neri, e qualche plastica (fianchetti, convogliatori, parafanghi). La differenza più importante comunque la si trova forse nei pneumatici: Angel GT sulla STR e i più scolpiti MT 60 RS sulla SCR. Le Seiemmezzo non sembrano affatto due 650 ma più grandi, secondo una impostazione condivisa da molti altri modelli di costruzione cinese. Le pari cilindrata giapponesi, italiane o austriache sono decisamente più compatte, corte, tecniche. Sulla Seiemezzoquiondi si privilegia la sensazione di solidità a bordo, anche per effetto della classica predilezione cinese per l’acciaio come materiale di costruzione, che porta il peso attorno ai 200 kg a vuoto.

Giornalista, Libero Professionista, rugbista.