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di Daniele Amato

Siamo arrivati dunque alla seconda serata del Festival, attraverso la quale ci viene presentata la seconda tranche di concorrenti. Queste esibizioni non serviranno soltanto a capire chi tra di loro ha fatto più colpo tra i membri della sala stampa, ma anche a stilare finalmente una classifica provvisoria contenente tutti i 28 artisti che ambiscono al podio di questa 73° edizione. 

Con meno preamboli da fare rispetto alla serata di apertura, passiamo subito alle pagelle.

WILL – STUPIDO

di W. Busetti – S. Cremonini – A. Pugliese

Brano: 4 ½

Uno dei pezzi più dimenticabili dell’intera kermesse. Will cerca sia di proporre un classico brano da festival, cercando però di integrare anche le caratteristiche che contraddistinguono i ragazzi usciti dai talent, o che comunque appartengono al filone della musica che viaggia molto nel contesto young dei social media. Il risultato è però un brano decisamente blando e privo di direzione.

Performance: 5- 

Il cantante sa fare bene quello che è in teoria il suo compito sul palco, ossia utilizzare la propria faccia d’angelo per cercare di imprimere un minimo di personalità all’esibizione. Complice anche l’inesperienza sul palco del festival, o comunque una evidente mancanza di direzione, la performance del cantante lascia molto a desiderare. Grave svantaggio fargli aprire la serata. 

MODA’ – LASCIAMI

di F. Silvestre – E. Palmosi – F. Silvestre

Brano: 6+

E’ ovvio che il brano proposto da Kekko e compagnia sia una riproposizione di svariati altri loro lavori. Ma c’è qualcosa che fa sorridere nel risentirli al festival dopo tanti anni dal loro debutto alla competizione, in quelli che erano tempi meno turbolenti (ma terribili) per il mercato musicale italiano.

Performance: 6 ½

L’efficacia del divertente salto nel tempo che il complesso ti obbliga a fare una volta iniziata la canzone funziona anche nell’esibizione dal vivo. Il ritornello cantato in live urla Modà da tutti i pori, peccato per Kekko che quando resta da solo nei momenti più calmi lascia trasparire qualche sbavatura.

SETHU – CAUSE PERSE

di M. De Lauri – G. De Lauri

Brano: 6

Il brano presentato da Sethu, seppur con una produzione meno indirizzata sul dominio della controparte chitarristica, strizza l’occhio al revival pop-punk o comunque al filone sadcore che sta avvenendo nel panorama musicale statunitense e che pian piano prende piede anche in Italia. 

La canzone può trovare spazio nelle rotazioni giornaliere degli ascoltatori, anche se questo rincorrere il sound di inizio anni duemila senza delle basi solide non sta portando grandi risultati (a parte gli ovvii numeri inflazionati dalle piattaforme di streaming) a chi ci ha provato prima di Sethu. 

Performance: 6 ½

Un po’ di titubanza all’inizio dato che era la parte con un cantato più tradizionale. Nell’esibizione dal vivo gli strumenti “analogici” sono più prominenti e la cosa giova all’energia generale del brano. Apprezzato il sosia di Johnny Rotten sullo sfondo. 

ARTICOLO 31 – UN BEL VIAGGIO

di A. Aleotti – L. P. Aleotti – F. Abbate – V. Perrini – A. Colangelo – W. Perrini – D. Silvestri

Brano: 6 ½

Ascoltata dando sempre un occhio al passato, la partecipazione al festival degli Articolo 31 è capace di suscitare qualcosa soprattutto in chi aveva già sviluppato i propri gusti musicali quando il duo era all’apice della carriera. Dando per scontato che la reunion sia avvenuta davvero per spirito di amicizia e non per meri motivi economici, il testo del brano acquisisce una valenza maggiore, che si aggiunge ai richiami del sound tipico del gruppo che nel 2002 sfornò Domani Smetto.

Performance: 6+

Le valutazioni fatte per la versione in studio del brano si traducono perfettamente per quella che è l’esibizione del duo sul palco dell’Ariston. Vedere J-Ax e DJ Jad che tornano a fare il loro è sicuramente emozionante. Forse J-Ax è ormai troppo distaccato da quello che era il contesto Do It Yourself dei tempi, essendo diventato un mostro sacro della radiofonia italiana, spesso anche molto polarizzante. 

LAZZA – CENERE

di J. Lazzarini – D. Petrella – D. Faini

Brano: 7 ½

Dardust e Tropico hanno fatto un ottimo lavoro con la musica del brano proposto da Lazza. I samples vocali che riecheggiano durante tutto il pezzo ci riportano ai lavori più famosi di Moby o nelle atmosfere dell’electronica. Sicuramente le classifiche non si libereranno di questo singolo facilmente. 

Performance: 7 ½

La già accennata ottima produzione viene elevata dal vivo dall’esibizione di Lazza. Padrone del palco porta al momento della performance un momento di semplice vitalità di una puntata che come quella precedente è attanagliata da svariati momenti morti o senza senso. 

GIORGIA – PAROLE DETTE MALE

di A. Bianco – F. Roccati – M. Dagani – M. M. G. Fracchiolla – A. Bianco

Brano: 6 ½

La strumentale della proposta di Giorgia contiene dei palesi richiami a quelli che erano i suoni iconici delle produzioni provenienti dagli anni ottanta in modo anche contrastante al filone Synth Pop già approdato nel nostro panorama musicale da tempo. Dai pad, ai piani elettrici il brano attraversa una sfilza di timbriche e suoni tubulari facilmente riconoscibili da chi ha usato la strumentazione dell’epoca.

Il pezzo rischia addirittura di suonare come una demo data la scarsa lavorazione che chi lo ha prodotto ha effettuato su alcuni suoni praticamente di stock presenti nell’arrangiamento. 

Fortunatamente, anche se le è stato affidato un brano poco pensato, Giorgia riesce comunque a dargli personalità con il proprio inciso vocale. 

Performance: 7

Tralasciando qualche momento dove probabilmente la cantante fa fatica a sentirsi in cuffia (qualsiasi riferimento a cose o persone è puramente casuale), Giorgia riesce a ritagliarsi il proprio spazio sul palco del Festival e a lasciare la propria sagoma su di esso fino al termine della serata. L’artista ha sicuramente uno stile collaudato e la semplicità con la quale si è posta nel momento dell’esibizione ha favorito la riuscita di quest’ultima.

COLAPESCE E DIMARTINO – SPLASH

di A. Dimartino – L. Urciullo

Brano: 7+

All’inizio del brano Colapesce ci propone dei richiami a quello che era lo stile dei suoi lavori più famosi pubblicati ormai una decina di anni fa. Quando la canzone si apre, chi ha approfondito la conoscenza del duo grazie a Sanremo riceve esattamente ciò che si aspettava. 

Considerato il piazzamento in classifica della proposta, è chiaro che queste vocals e questo stile retrò continuano ad essere di gradimento a chi ha il compito di valutare gli artisti in gara. 

Performance: 7 ½

Il duo ben vestito si riconferma anche nella performance dal vivo. I due artisti si equivalgono nonostante abbiano due energie molto simili. Di certo se manterranno i ritmi anche nelle prossime serate, diventeranno uno dei picchi di questo festival.  Valida anche la dinamica tra l’esecuzione vera e propria del brano e i piccoli momenti di teatralità.

SHARI – EGOISTA

di S. Noioso – L. Fenudi – R. Puddu – M. Pisciottu

Brano: 7-

La cantante di Monfalcone è passata inosservata al momento dell’annuncio della sua partecipazione al festival, ma al momento del debutto ha proposto un brano che le apre una porta verso un percorso di crescita già ben avviato. Le capacità di scrittura per quanto riguarda il testo sono da rivedere, ma soprattutto nelle fasi finali della canzone è evidente che ci sono delle ottime basi per delle proposte sonore con molto carattere (magari premendo l’acceleratore verso un’accurata ricerca e sperimentazione sonora).

Performance: 7+

Anche sul palco Shari debutta senza mezzi termini e fornisce una prestazione vocale che lascia davvero poco al caso. Il climax finale rende ancora meglio rispetto alla versione in studio del brano. Il comparto video dell’Ariston cattura perfettamente quella che è una presenza scenica ben definita. Decidiamo di sorvolare su questi maledetti pianoforti presi e abbandonati per il 90% dell’esibizione. 

MADAME – IL BENE NEL MALE

di Madame – N. Biasin – I. Sinigaglia

Brano: 7-

La sezione ritmica fa molto per spingere continuamente il brano presentato da Madame al festival. A volte il lavoro fatto viene smorzato da delle eccessive ripetizioni del testo, o da un pesante processamento della voce dell’artista quando magari questa poteva essere lasciata più naturale come è stato fatto nella performance dal vivo. Nonostante questo, il pezzo gira parecchio e si aggiunge alla lista di canzoni che sicuramente torreggeranno nei palinsesti di tutte le maggiori emittenti radiofoniche italiane. 

Performance: 7

Ormai è quasi ridondante dire che Madame nonostante l’età abbia già sviluppato una maniera abbastanza definita di stare sul palco. L’interpretazione del brano è portata avanti con coerenza e maturità, opinione condivisa anche dalla sala stampa sul finale di serata. 

LEVANTE – VIVO

di Levante

Brano: 8

Ogni volta che Levante si presenta al Festival di Sanremo, ci porta un pezzo del suo mondo musicale senza compromessi. L’artista ha una capacità di creare atmosfere pop che ti si incollano nella mente senza espedienti ma semplicemente grazie al loro essere immediatamente iconici. Il ritornello è destinato ad essere cantato a squarciagola ogni volta che ci si trova ad ascoltare il brano. 

Performance: 8-

Era impossibile che una canzone del genere non avesse un grande impatto una volta eseguita dal vivo. Levante si mangia il palco per tutta la durata dell’esecuzione e ci scarica addosso tutta l’adrenalina accumulata stando sul palco dell’Ariston. 

TANANAI – TANGO

di A. Cotta Ramusino – D. Simonetta – P. Antonacci – A. Raina –

Brano: 6 ½

Brano che guadagna mezzo punto soltanto per la palla curva che Tananai ci ha lanciato proponendolo in gara. Verso il finale la produzione generale del brano fa un grande salto in avanti che eleva ancora di più le qualità già presenti all’interno di esso.

Performance: 6

Plot twist: Tananai ha imparato a cantare. Le immagini che si vedono sul palco fanno invidia alla scena della riabilitazione di Alex DeLarge in Arancia Meccanica. Un Tananai che guarda fiero verso la telecamera mentre sfoggia le doti canore acquisite ed una calma che lo contrappone al se stesso del disastroso ultimo posto dell’anno precedente (poi tramutatosi in enorme successo).

ROSA CHEMICAL – MADE IN ITALY

di M. F. Rocati – P. Antonacci – O. Inglese – D. Simonetta

Brano: 6 ½

Rosa prende molto in prestito dalla tradizione di Raffaella Carrà e affini. Gli impianti delle nostre automobili saranno consumati dal numero di volte che questo brano verrà riprodotto attraverso di essi.

Performance: 5 ½

Forse al festival servirebbe una pausa da queste partecipazioni “shock” alla Achille Lauro. Per quanto Rosa sia un validissimo artista conscio dei suoi movimenti creativi, tutto quello che ha a che vedere con il brano che ha presentato e la relativa performance da vivo, sa molto di già sentito. 

LDA – SE POI DOMANI

di L. D’Alessio – A. Caiazza – F. D’Alessio

Brano: 6

Un consiglio che si può dare a LDA è sicuramente di provare a uscire un po’ da questo reame di smielatezza che circonda la canzone presentata al festival. Un conto è avere le doti vocali per far funzionare un pezzo, ma quando l’arrangiamento e l’idea generale della composizione ti inchiodano a terra non ci sono tanti sforzi concreti che qualcuno possa fare. 

Performance: 6 ½

L’operato dal vivo di LDA è analizzabile in modo molto lineare. E’ certamente un cantante dotato e sul palco dell’Ariston ha sfoggiato una sicurezza e una padronanza della tecnica e della propria voce superiore a quella di diversi suoi colleghi/coetanei.

PAOLA E CHIARA – FURORE

di J. Ettorre – A. La Cava – P. Iezzi – C. Iezzi – G. Cremona – F. Mercuri – L. Grillotti – E. D. Maimone

Brano: 6+

Paola e Chiara vanno a riempire la quota che negli anni precedenti era stata affidata alle varie Ana Mena ed Elettra Lamborghini. Lo fanno ovviamente a modo loro proponendoci un pezzo che ammicca a questi ormai sempre inseguiti anni 2000. 

Performance: 7 ½

Se si scende a patti con il fatto che il duo rappresenta ovviamente una nicchia ben precisa dello show business (nicchia che però anni fa era abbastanza ingombrante), si può di certo lodare la loro esibizione. Paola e Chiara risultano ancora potentissime. Circondate da ballerini, vestite e truccate come se fossero le proprietarie del teatro Ariston ci ipnotizzano per tutta la durata del brano.

Alla fine della puntata, la classifica dei 14 artisti in gara questa volta si presenta così:

  1. Colapesce Dimartino – Splash 
  2. Madame – Il bene nel male 
  3. Tananai – Tango 
  4. Lazza – Cenere 
  5. Giorgia – Parole dette male 
  6. Rosa Chemical – Made in Italy 
  7. Paola e Chiara – Furore 
  8. Levante – Vivo 
  9. Articolo 31 – Un bel viaggio 
  10. Modà – Lasciami 
  11. LDA – Se poi domani 
  12. Will – Stupido 
  13. Shari – Egoista 
  14. Sethu – Cause perse

Colapesce e Dimartino sovrastano i colleghi, Madame a sorpresa si aggiudica un importante secondo posto e Tananai prende completamente all’amo la sala stampa aggiudicandosi il podio in seguito all’esibizione delle proprie rinnovate abilità canore. 

Per la prima volta abbiamo anche una classifica generale, composta in questo modo:

1. Marco Mengoni, Due vite

2. Colapesce Dimartino, Splash
3. Madame, Il bene nel male
4. Tananai, Tango
5. Elodie, Due
6. Coma_Cose, L’Addio
7. Lazza, Cenere
8. Giorgia, Parole dette male
9. Rosa Chemical, Made in Italy
10. Ultimo, Alba
11. Leo Gassmann, Terzo cuore
12. Mara Sattei, Duemilaminuti
13. Colla Zio, Non mi va
14. Paola & Chiara, Furore
15. Cugini di Campagna, Lettera 22
16. Levante, Vivo
17. Mr. Rain, Supereroi
18. Articolo 31, Un bel viaggio
19. Gianluca Grignani, Quando ti manca il fiato
20. Ariete, Mare di guai
21. Modà, Lasciami
22. gIANMARIA, Mostro
23. Olly, Polvere
24. LDA, Se poi domani
25. Will, Stupido
26. Anna Oxa, Sali (Canto dell’anima)
27. Shari, Egoista
28. Sethu, Cause perse

Mengoni mantiene salda la posizione, seguito da ColapesceDimartino e Madame.

Importante sottolineare però che, come affermato da Amadeus, la differenza tra un posto e l’altro e minima quindi è sensato pensare che tutte le carte siano ancora in gioco. 

Adesso ci aspetta la terza serata, dove tutti e 28 gli artisti si esibiranno nuovamente per fornire delle versioni dal vivo più rifinite e a caldo dei brani da loro proposti.