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Nell’ultimo anno Hamed Traorè si era un po’ perso. Sembrava che il trasferimento dal Sassuolo al Bournemouth gli potesse consentire di fare il definitivo salto di qualità. In Premier, invece, ha smarrito tutte le sue certezze, perdendo quella centralità che aveva conquistato a suon di prestazioni brillanti con i neroverdi emiliani. Una esperienza oggettivamente da dimenticare, quella inglese, condita da una sequela di scelte tecniche e contrattempi fisici, che ne hanno letteralmente azzerato il minutaggio.

Sbarcato all’ombra del Vesuvio nel mercato di gennaio a caccia di un ruolo meno periferico nelle rotazioni, solo con Calzona in panchina pare che gli venga garantito spazio. In effetti, c’è qualcosa di speciale che si avverte con il nuovo allenatore. Probabilmente, quella fiducia incondizionata che era mancata durante la gestione Mazzarri.

Funzionalità vs pigrizia

La sensazione che alle esigenze del Napoli attuale sia preferibile la dedizione dell’ivoriano, all’atteggiamento vagamente assente palesato da Zielinski. Giusto riconoscere con una vena di amarezza che il polacco sta attraversando uno dei suoi momenti di forma peggiore. Forse c’entra anche il mancato rinnovo. Le cose, evidentemente, potrebbero essere collegate. Così, non tutti metterebbero la mano sul fuoco circa la mancanza di pigrizia di Piotr. La situazione però l’ha reso indigesto a una fetta di tifosi, che ormai lo percepiscono come utile ma non imprescindibile.

Da qui, l’idea di trovare un posto a centrocampo per Traorè, decisamente più funzionale all’interno di un diverso scenario tattico. Oggi la squadra partenopea cerca di sviluppare un calcio dall’indole propositiva, piuttosto che abbassare notevolmente il baricentro, limitandosi ad un approccio conservativo all’avversario di turno. Sia esso una “big” oppure di (presunto…) rango inferiore.    

Per risalire il campo, i Campioni d’Italia si affidano proprio alle qualità nel palleggio dei centrocampisti. Con Calzona che ha concesso maggiore libertà offensiva all’ex Sassuolo. Gli inserimenti alle spalle di Alcaraz non mentono. Anzi, certificano l’impressione che possa trasformarsi a breve in uno dei principali fulcri creativi del gioco.

Senza trascurare la capacità di associarsi ai compagni. La connessione con Kvaratskhelia, infatti, ha permesso di sovraccaricare esterno e mezzo spazio mancino, mettendo praticamente in mezzo Cambiaso.

Kvara-Traorè illeggibili dalla Juve

Il movimento del georgiano, associato alle letture dell’ivoriano, sono tra i principali trigger che hanno messo in difficoltà la Juventus ieri sera. Kvara si accentrava, spostandosi dalla posizione nominale di esterno sinistro, per combinare sul breve con Osimhen o provare a concludere da fuori area. Al contempo, Traorè si alzava tra le linee, obbligando Alcaraz a preoccuparsi di ciò che accadeva alle sue spalle.

Chiaramente, esiste pure un rovescio della medaglia. Ovvero, correre all’indietro e ripiegare velocemente quando i bianconeri riconquistavano la palla. Gli azzurri hanno faticato a trovare le giuste distanze sulle ripartenze, impressionante strumento offensivo a disposizione di Allegri. Il Napoli ha avuto il merito di resistere alle difficoltà. Nondimeno, in diverse occasioni era lungo, talmente “molle”, da concedere comode transizioni agli ospiti. La Juve sciamava una bellezza negli spazi: una serie di passaggi in verticale, che spesso le hanno permesso di ribaltare il fronte del gioco comodamente.

Ecco, il prossimo step sarà rischiare meno in fase di non possesso, garantendosi maggiore equilibrio e copertura.

In definitiva, per Traorè si torna a parlare di rinascita, dopo un lungo periodo di appannamento. Chissà che il suo prestito non sia stato sottovalutato, frettolosamente derubricato a saldo di fine stagione, acquistato per sbaglio. E poi infilato in fondo all’armadio. 

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