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Attorno al “Maradona” ci sono migliaia di persone. Una comunità soddisfatta e compiaciuta, per la maggior parte composta da tifosi che si apprestano ad entrare allo stadio. Tra loro però ci sono anche un mucchio di semplici appassionati, che hanno invaso le strade di Fuorigrotta per glorificare lo scudetto del Napoli.

Tornare a ballare e cantare per un titolo, a distanza di trenta e passa anni, è il leitmotiv che caratterizza le sensazioni che albergano all’interno dello stadio. Le tribune si stanno progressivamente riempiendo. Ma gli spalti sono già abbondantemente colorati da bandiere e sciarpe azzurre. Mentre Daniele Decibel Bellini, lo speaker ufficiale, intrattiene chi ha anticipato di un bel pò il fischio d’inizio del derby.

Momenti di festa che sembrano venire dal “Pacha”, a Ibiza. E invece sono lo specchio di quello che sta accadendo esattamente adesso nell’ex San Paolo, impazzito di gioia. Luogo di culto per eccellenza.

Insomma, l’epica dell’appuntamento con la Storia si mescola alle vertigini provocate dall’idea che tra un paio d’ore la capolista se ne possa andare davvero. Chi ha la fortuna di essere testimone dell’evento, dunque, è affascinato da qualsiasi cosa gli stia accadendo attorno. Colpiscono i fischi assordanti con cui vengono accolti i calciatori della Salernitana, usciti sul terreno di gioco per la classica ricognizione pre gara. Tuttavia, a sommergere i cori contro provvede Corona: gli altoparlanti pompano a palla “Rhythm Of The Night”.

Questa gioia cieca e irrefrenabile si chiama amore popolare per la maglia azzurra. E nonostante l’ipocrisia esasperante di larga parte di chi non è napoletano, oggi noi ne godiamo ampiamente.

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-Francesco Infranca