Empoli–Napoli è una gara che può riassumere senza alcun timore di smentita il senso emotivo di una stagione straziante. Grande sofferenza per entrambe, dunque, senza nemmeno la speranza dell’illusione. Elettroencefalogramma piatto, quindi, all’ombra del Vesuvio. Dove forse hanno dato per scontato un mucchio di cose.
Dopo un campionato letteralmente dominato, ma con la presunzione tipica di chi ritiene che ogni singolo punto non vada poi conquistato attraverso una feroce determinazione, gli azzurri non hanno mai dato segni di cattiveria agonistica. Accontentandosi di poco: qualche balbettio impotente nella ricorsa a un posto nella prossima Champions. Che però ha dato più l’impressione di una leggera sgambatura. Nel frattempo, la concorrenza inseriva le marce alte.
Pochi punti anche a Empoli, compensati almeno da tanta grinta e qualche sconfitta immeritata. Meno male che mancano ancora sei giornate al termine e per chi è in lotta per la salvezza può succedere di tutto. Ne è consapevole la squadra di Nicola, che deve necessariamente invertire la rotta, in quanto nelle ultime sei partite ha registrato un calo notevole. Non a caso i toscani vengono da ben cinque ko, compresa l’inopinata sconfitta maturata la settimana passata nello scontro diretto contro il Lecce.
Vacanzieri anticipati
In ogni caso, il loro calendario non è affatto semplice, nonostante l’atteggiamento attuale dei Campioni d’Italia sembri troppo vicino a chi non attende altro che la fine della stagione, gli uomini di Calzona sono comunque capaci di manifestare sprazzi di luce. Lampi di orgoglio che ovviamente palesano solo quando hanno voglia. Altrimenti, una nave che va alla deriva, agonica, che mette a nudo gli errori della proprietà, nonché i limiti di un gruppo debole mentalmente.
Questo per dire che, calcisticamente, le vie del Signore sono infinite. Perché Nicola e Calzona domani pomeriggio devono necessariamente mettere in atto uno spettacolo di arte varia. Con l’allenatore dell’Empoli a caccia di una dose massiccia di buona volontà per raggiungere disperatamente la quota salvezza. Mentre il suo omologo sulla panchina del Napoli ormai pare abbia esclusivamente il compito di salvare la dignità. Ultimamente l’apatia degli azzurri, con prestazioni talvolta al limite del farsesco, veicolano in critica e addetti ai lavori la sgradevole sensazione che in molti vorrebbero già essere altrove. Sicuramente in un contesto diverso. Neanche soffrissero della sindrome da vacanza anticipata. Visto l’aria che si respira nell’ambiente, per loro davvero insopportabile.
Del resto, con puntualità quasi disarmante, non c’è partita in cui qualcuno dei protagonisti della cavalcata vincente dello scorso anno non deluda le attese, prigionieri delle loro stesse sovrastrutture. In sostanza, giocatori svogliati, per niente disponibili al sacrificio e alla lotta. Come se stessero facendo un piacere ai tifosi napoletani. Sulla base di queste premesse surreali è veramente impossibile fare un pronostico in vista del match del “Castellani”.
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