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Francesco De Gregori, nato il 4 aprile 1951, è una delle chiavi di volta che mantiene in piedi, forte e salda, la musica italiana. I suoi capolavori senza tempo sono stati, sono e saranno sempre un passpartout in grado di accedere alle regioni più remote e intime di noi. Ci scuotono l’anima, la risvegliano, ma con delicatezza, come il tenero bacio che ci dava nostra madre al mattino. Ecco, come le dita pizzicano le corde di una chitarra, che sarebbe altrimenti solo un pezzo di legno, senza un’anima, così i suoi pezzi ci pizzicano e danno voce alla nostra fragile interiorità, che ci ricorda di essere lì. A volte dimenticata, sedata da noi stessi col cinismo e la superficialità, non aspetta altro che ogni spunto e occasione per farsi sentire e nutrirsi, come le note di una canzone.

Un Francesco chiuso e introverso

Francesco De Gregori non inizia la carriera alla luce del sole, frenato dal carattere introverso, che lo porta ad evitare le esibizioni in pubblico. Ne è una dimostrazione il fatto che nel 1994 abbia partecipato al programma “Tunnel”, ma mantenendo segreta la propria identità. Nonostante questa sua decisione, dopo la fine della puntata, il suo nome era comunque comparso tra i titoli di coda. Il cantautore inoltre frequentava assiduamente Folkstudio, locale di Roma, che ha visto esibirsi personalità del calibro di Bob Dylan, allora ancora ignaro della fama che lo avrebbe atteso.

Ed è il fratello Luigi a comprendere che le poesie di Francesco sono degli analgesici, che possono rianimare la realtà ogni qual volta annega in quell’oceano di dolore e insensatezza. Ecco che dunque è proprio Luigi a farci dono di “Buonanotte Nina“, eseguita dinanzi ad un pubblico ancora ristretto. Ma riscosse un notevole successo, che lo induce a tentare di convincere insistentemente il fratello a liberarsi dai lacci di questa sua timidezza e ritrosia. E credo sia doveroso dirgli grazie.

Diciamo “grazie” a Fellini

La madre insegnava lettere e il padre era bibliotecario, dunque sembrava che il destino di Francesco fosse indirizzato verso una vita dedicata alla scrittura e alla lettura, a cui poi però si lega la musica in modo sublime. Il cantautore inizia a impugnare la chitarra all’età di quindici anni e probabilmente “Il ragazzo della via Gluck“, di Adriano Celentano, è stato il primo pezzo interpretato a riscuotere i primi consensi e approvazioni da parte del pubblico.

Ma all’inizio l’intenzione del cantautore era di intraprendere la carriera attoriale. Partecipa infatti ai casting per un film di Fellini, ma non si rivela adatto non tanto per le capacità, quanto per l’aspetto fisico, che non aderiva ai canoni richiesti. Tuttavia nel 2003 prende parte a “Perdutoamor“, primo film da regista di Franco Battiato.

Intriganti curiosità

Nell’album “Rimmel” è contenuta la canzone “Il Signor Hood“, dedicata a Marco Pannella. Mentre Francesco ha smentito le voci secondo cui “La Donna Cannone” fosse stata scritta per Mia Martini. Tra i brani che avrebbe voluto realizzare sono da citare “Vita spericolata” di Vasco Rossi e “Stairway to Heaven” dei Led Zeppelin, entrambe piuttosto distanti dallo stile dei suoi capolavori più celebri.

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