Rossana De Pace è una cantautrice pugliese che si contraddistingue nel suo genere: Non solo canta. Vibra la bellezza di madre natura. Ogni suo brano sembra un viaggio astrale in cui il corpo si muove lungo la frequenza della terra e si ricongiunge alle origini primitive del mondo. I suoi testi, mai banali, racchiudono un balletto tribale verso la libertà, la fragilità terrena e la vicinanza l’uno con l’altro.
«Sogniamo una rivoluzione per salvarci dal futuro»
Dal testo ”Fermati mondo” , nonché il titolo del suo primo disco, scopriamo il senso della rivoluzione di Rossana De Pace, nell’antinomia del suo viaggio artistico tra essere una cantautrice emergente in una delle metropoli italiane, la grande Milano, e rimanere fedele alle sue radici.
Chi è Rossana De Pace?
Una ragazza del sud che stava per rispondere a questa domanda “una cantautrice”; difficile non definirsi con quello che si fa, sicuramente io mi identifico con il mio lavoro, devo migliorare. Direi che oggi sono una donna sanamente irrequieta che cerca il suo posto nel mondo sperimentandosi, soprattutto nella dimensione artistica, che desidera sempre stare altrove, ma cerca di esercitare la presenza nel presente.
Il brano che più ti rappresenta?
C’è un po’ di me in ogni pezzo che ho scritto, forse però direi “Primordialità” , «Sono viaggio e poca meta, più incoscienza che coraggio, sono vento e meno vanto, sono più cielo che Vangelo, più occhiolino che obiettivo, più marea che platea ».
La natura domina non solo i testi, anche le foto di copertina e il tuo profilo Instagram. Che rapporto c’è tra la tua musica e la natura?
Vedo la natura come maestra, l’esempio da seguire e mi fa quasi sorridere pensarla cosa fuori da noi da cui imparare dato che in realtà ne facciamo parte. Però forse ci viene naturale perché siamo disabituatə a seguire le sue leggi avendone create di nuove fallimentari. La musica poi è ovunque, tutto vibra, tutto ha una frequenza. Non c’è modo migliore di raccontare il mondo attraverso le sue due manifestazioni migliori: natura e musica.
Dopo il primo disco, la giovane cantautrice non si ferma
Quali progetti ti aspettano?
Sto lavorando a nuove canzoni, sto cercando di definire un sound mettendo insieme le cose che mi piacciono, fare un primo disco mi ha aiutato a schiarire le idee. Sono anche alla ricerca delle persone giuste con cui lavorarci. Contemporaneamente continuo a portare in giro l’EP e conduco la mia ricerca artistica in natura, sto per partire una residenza artistica in Francia a marzo, monitorerò le frequenze di alcune piante, una raccolta dati con cui creerò dei paesaggi sonori e in base ai risultati magari anche una tesi scientifica. Faccio parte anche di un collettivo femminista internazionale di cantautrici CantafinoADieci con cui abbiamo in tasca un po’ di appuntamenti quest’anno, lo verrete a sapere.
Ti ho trovata grazie a Olivia per il festival Musicultura 2024, raccontaci di più.
Olivia è la “mia” piantina di ulivo nano che, se tutto va bene,suonerà con noi in full band alle audizioni live di Musicultura tramite gli elettrodi di Plants Play un dispositivo che trasforma le variazioni elettriche delle piante in suono. Suoneremo “Siamo Ospiti” una preghiera che mette a paragone
l’atteggiamento della natura con quello umano, una gara in cui l’uomo perde in termini di armonia. E’ una richiesta di ammissione di umiltà rivolta all’essere umano che si sente padrone di questa terra, ma è solo ospite come tuttə gli altrə. In testimonianza fisica di questo, Olivia con noi sul palco impersonifica la voce della natura, oltre ad essere un ulivo, simbolo di pace, quella che l’uomo non riesce a mantenere. L’ulivo è anche l’albero che parla delle mie radici, le mie origini che porto sempre con me, la Puglia.
Aspirante Giornalista. Laurea in Educatrice socio culturale e iscritta alla Magistrale di Comunicazione, Media Digitali e Giornalismo. Appassionata di temi sociali, gender studies e cronaca rosa.