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A Napoli il Natale resta un mistero. Mistero di Bellezza. Se per tanti, la Festa, è diventata un Qualcosa di ludico, ludico e spendereccio, Napoli conserva la tradizione, il Senso e lo Spirito del Natale.
La città lo celebra, lo vive e per fortuna intende farlo con dolcezza, garbo e calore.
L’abbraccio che soltanto il teatro può dare. Teatro di tradizione e folklore.
Qualcosa che la città intende ad ogni costo conservare. A dispetto di ogni social e di ogni crisi.
Napoli vuol salvare il Natale e la tradizione.

Si intesta il testimone di questo ardimentoso tentativo Beppe Barra.
Ancora il maestro Barra. Ancora la Cantata dei Pastori.
Razzullo e Sarchiapone attraversano il tempo e lo vincono.
Peppe Barra e Lalla Esposito, nei panni di Sarchiapone. Gli artisti al Politeama, per una sera, fermano il tempo e riportano il pubblico al 700.
Favola.
Favola di canzoni, musica dal vivo, ironia, battute, scimmiottesche farse e simbolismi.
Proprio attraverso la favola ed i simboli si insegna.
Due Napoletani, sfaccendati, in cerca di lavoro, capitano in Palestina mentre due Giovani, Maria e Giuseppe, sono impegnati a far nascere Gesù. Diavoli in scena mandati da Lucifero a dar la caccia ai genitori del Signore.
Il Politeama ospita la favola. Ospita un pubblico accorso numeroso. Il desiderio di abbracciare la compagnia di Peppe Barra e festeggiare il Natale sulle poltrone rosse del teatro antico.
La regia è affidata al duo Barra – Lambertini. Edizione nuova, moderna rivista e contestualizzata.
Successo di pubblico.
Il maestro Barra si conferma. A Natale Napoli sceglie Razzullo e Sarchiapone.