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Da sempre la nostra generazione sente parlare di crisi che sconvolgono il nostro paese. Per i più grandi iniziò con una crisi istituzionale: ‘Mani Pulite’, per poi passare ad un’infinita crisi governativa che coinvolse più di 11 governi dal 2008. Dall’adesione all’euro al 2011 fino al post pandemia non credo che l’origine del problema sia un fattore estraneo o strutturale; dagli anni 90 ad oggi stiamo vivendo una crisi morale.

L’obiettivo di questo articolo è quello di cercare di identificare l’origine e la spiegazione della persistenza delle crisi politiche ed economiche in Italia. La crisi morale definita da Charles Maier (The Moral Crisi of Democracy, p.55, 1994) sembra un’ottima candidata per questa problematica. La crisi morale viene definita come un’assenza o una fragilità nel difendere una visione ideologica della politica e della società da parte degli stessi membri del dibattito pubblico. In primo luogo svolgerò un’analisi cronologica degli eventi primo repubblicani che ci hanno portato a questa crisi morale. In un secondo luogo attualizzerò la questione dimostrando che la carenza morale ed ideologica appare come un cancro per la stabilità governativa e per l’equilibrio partitico. 

DAL ’68 AL FRIDAY’S FOR FUTURE

I cittadini danno molto valore alla matrice morale della società e della politica: questa considerazione la si può rilevare in eventi come le lotte studentesche del ‘68 o i movimenti ecologici come Fridays for Future, dove le persone lottano per una visione del mondo, una visione puramente morale. La politica parlamentare permette, o permetteva, ai cittadini di riconoscersi in una visione morale, che veniva poi supportata e rappresentata all’interno del parlamento. Dopo il collasso del comunismo negli anni ’90 tutta la matrice etica e idealista della politica radicale sembra sparire insieme ai partiti comunisti. Gli ex-socialisti e comunisti hanno perso quell’euforia e quella gloria nel lottare per una visione politica, condivisibile o meno. Così accadde anche per i partiti tradizionalisti che non hanno saputo aggiornare la loro visione politica alle richieste morali della nuova generazione. 

I partiti eredi di questo tradizionalismo, come Forza Italia e l’Ulivo, si focalizzano maggiormente su questioni strutturali e materiali dimenticando ogni matrice politico/filosofica che coinvolgeva i cittadini precedentemente. Questo inizio di una crisi morale, definita come una mancanza di visione etica da parte dei partiti, porta l’opinione pubblica ad un vero e proprio squilibrio sul lungo termine. Così generando una crisi politica continua.  Infatti, i cittadini Italiani non sono cambiati e si avvicinano continuamente a candidati che sembrano incarnare maggiormente una matrice idealista, improntata all’euforia del passato.

2013: l’esplosione M5S e i nuovi populismi

Il Movimento Cinque Stelle incarnava una lotta contro le istituzioni e la vecchia politica, così acquistando un notevole consenso che è poi naufragato a seguito di una procedura di istituzionalizzazione del partito. La Lega incarnava dei valori patriottici e conservatori. Oggi la Meloni assume un forte ruolo ideologico, unica candidata “coerente” con una linea politica passionale e con visioni conservatrici ottiene il primo posto nei sondaggi. 

In poche parole, ogni candidato e partito che riuscì a rappresentare una visione morale della società e della politica, sempre condivisibile o meno, ha potuto godere di un certo consenso. Purtroppo però queste esperienze finiscono in vere e proprie crisi di partito in quanto i partiti non riescono a mantenere una coerenza morale duratura, limitandosi unicamente a una breve esperienza di euforia ideologica. 

L’altra faccia della medaglia

Prima di costruire qualsiasi proposta politica dobbiamo formare un vero e proprio manifesto ideologico basato su una visione morale della politica e della società permettendoci di essere premiati sul lungo termine e di fare della politica una vera passione ideologica.

Queste crisi partitiche sono fattuali come i conflitti grillini tra di Maio e Conte, che si rovesciano in crisi elettorali con un crollo dei consensi e una divisione di partito. Per non parlare dell’elettorato leghista, deluso e confuso dalla mancanza di coerenza morale e confusione dei principi morali. Di conseguenza, per noi futuri partecipanti del dibattito pubblico, prima di costruire qualsiasi proposta politica dobbiamo formare un vero e proprio manifesto ideologico basato su una visione morale della politica e della società; così da poter mantenere una linea ideale all’interno delle dibattito partitico e mantenere una coerenza ideologica di fronte all’elettorato. Questo permetterà di essere premiati sul lungo termine e di fare della politica una vera passione ideologica.

Articolo di Nicola Marsico, tratto dal sito Movimento Giovani – L’unico movimento giovanile indipendente d’Italia