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“Mio padre ha intrapreso un viaggio verso il mare delle stelle”

Con queste parole Makiko Matsumoto ha annunciato al mondo la morte del padre, Leiji Matsumoto, probabilmente uno degli ultimi grandi autore della Golden Age della letteratura disegnata giapponese.

Matsumoto, il cui vero era nome Akira, si è spento in un ospedale di Tokyo il giorno 13, ma, come si usa in Giappone in cui viene prima vissuto un lutto familiare riservato, la notizia è stata data oggi.

Attorno a questo autore sono cresciute nel mondo generazioni di appassionati soprattutto per le sue opere degli anni ’70 del ventesimo secolo: Battleship Yamato, conosciuto in Italia col titolo americano Star Blazers, Capitan Harlock, La regina dei Mille Anni, Galaxy Express 999, solo per citare alcune. Amante dell’Italia, visitate più volte anche per le convention di appassionati dove era spesso il principale ospite. Non ha lasciato mai solo il nostro paese sorprendendoci con notevoli gesti di generosità donando sue tavole all’asta durante gli eventi sismici con i proventi devoluti alla protezione civile e durante le fasi iniziali della pandemia quando finanziò l’Ospedale Molinette di Torino.

Nato a Kurume nella prefettura di Fukuoka nel 1938 pubblica a soli 15 anni il suo primo manga: “Le avventure di un ape”, e dopo una gavetta su opere destinate al pubblico femminile con Sexoroid comincia il suo immergersi nella fantascienza. Il suo approccio ai viaggi spaziali e nel tempo, con una sua particolare visione del tempo e dello spazio che i suoi studiosi avrebbero poi definito il Leiji-Verso. Collezionista di memorabilia di mezzi militari soprattutto della seconda guerra mondiale, notevole era la dovizia tecnica nei particolari delle sue astronavi insieme a particolari retrò come gli arredamenti ottocenteschi e giganteschi quadranti di controllo facevano riconoscere immediatamente le sue opere, unitamente alla sua caratterizzazione fatta di donne longilinee e uomini tozzi e simpaticamente impacciati.

Tutte le sue opere nascondevano più o meno apertamente notevoli significati filosofici dietro metafore come il viaggio inteso come esperienza di crescita a qualsiasi età, intrapreso dell’astronave Yamato (in Italia Argo) e dall’Espresso Spaziale 999. Proprio in quest’ultima opera seminale il protagonista al termine del suo lunghissimo viaggio, costato sangue, sudore e sacrificio rinuncia alla vita eterna che avrebbe potuto dargli un corpo meccanico per non perdere la sua umanità.

Amante dei gatti, soleva dare sempre lo stesso nome dagli anni sessanta ad oggi ad uno dei suoi, Mi-Kun seguito dal numero ordinale a seconda del natura le avvicendarsi negli anni (fino all’ultimo Mi-Kun Quinto che ha un proprio profilo Twitter). L’originale Mi-Kun era un trovatello che fece capolino alla porta del nostro disegnatore, e la sua storia, insieme alle altre venne raccontata in un’opera, edita in Italia da Hikari edizioninel 2016 (Le mille vite di Mi-Kun- Storie di gatti Giapponesi). I gatti faranno sempre capolino all’interno delle sue opere e saranno a volte mascotte a volte comprimari, come il gatto dell’infermeria della Yamato, o quello della protagonista della Regina dei Mille Anni.

Sua è anche la serie L’uccellino azzurro tratta da un racconto dello scrittore e Premio Nobel belga Maurice Maeterlinck, e realizza insieme alla band francese Daft Punk che ne cura la colonna sonora il musical animato Interstella 5555.

Suo è anche il design di un orologio ispirato alle esplorazioni spaziali dell’azenda svizzera Omega, scelto da molti astronauti.

Leiji Matsumoto riceve nel 2010 Il cavalierato del sol Nascente, una delle massime onorificenze del governo giapponese, mentre nel 2012 l’Accademia di Francia lo insignisce dell’Ordre des Arts et des Lettres e nel 2013 un diploma commemorativo per i suoi 60 anni di attività dall’Università dell’Avana. Nell’annuncio della sua morte, avvenuto ieri sul suo sito ufficiale, Leijisha, la figlia riporta che il padre soleva sempre dire della morte: “Ci rivedremo in quel luogo dove le ruote del tempo si incrociano”; unendosi ai suoi milioni di appassionati virtualmente gli ha risposto:  “Noi crediamo in quelle parole e attendiamo con ansia quel giorno“.