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Carlos Alcaraz è senza ombra di dubbio uno dei grandi protagonisti del tennis contemporaneo e, numeri alla mano (42 vittorie e solo 7 sconfitte), il più promettente tra i NextGen.

All’età di soli 19 anni lo spagnolo occupa la quarta posizione nel ranking mondiale ed ha all’attivo ben 5 titoli Atp, di cui quattro conquistati proprio quest’anno. L’allievo di Juan Carlos Ferrero ha già battuto campioni del calibro di Rafael Nadal, Novak Djokovic, Alexander Zverev e altri. Non sorprende, dunque, che il nativo di Murcia abbia iniziato a darsi un po’ di arie. E’ comprensibile: è entrato nel circuito professionistico da poco ma ha già ottenuto risultati incredibili. E, considerando la giovane età, è ancor più comprensibile il suo atteggiamento piuttosto presuntuoso. Quando scende in campo non si può far a meno di notare quanto sia competitivo, alle volte esultando persino su un errore dell’avversario.

L’ostacolo Sinner

Ed è proprio questa sicurezza da lui sfoggiata ad averlo spinto, poco più di un mese fa, alla vigilia del match di ottavi di finale a Wimbledon contro Jannik Sinner, a dire di essere fiducioso nel poter battere l’italiano. Purtroppo per lui, come sappiamo, le cose sono andate diversamente. Alcaraz, in quella occasione, è infatti riuscito a conquistare solo un set, al tiebreak, sull’azzurro. E allora i sostenitori dello spagnolo hanno imputato la sconfitta ad una ‘giornata no’ del loro beniamino, anziché ammettere le capacità di Sinner.

Così, una settimana fa, poco prima del nuovo faccia a faccia tra i due, i bookmakers non avevano dubbi che Alcaraz si sarebbe riscattato. E purtroppo per lui, anche questa volta ha dovuto ammettere a sé stesso di non essere imbattibile, neppure sulla sua superficie, la terra rossa. E’ arrivata infatti la seconda sconfitta consecutiva contro Jannik Sinner, che gli ha sottratto il titolo di campione in carica ad Umago, in Croazia.

Con la sconfitta al Croatia Open, Carlitos ha perso la seconda finale consecutiva nel giro di pochi giorni. E il destino ha voluto che, anche in quella precedente, ad Amburgo, l’abbia battuto un italiano, Lorenzo Musetti. Ecco che gli azzurri iniziano a diventare un vero e proprio incubo per l’iberico, se aggiungiamo anche la sconfitta contro Matteo Berrettini agli scorsi Australian Open.

Alcaraz dovrà capire in fretta come battere Sinner, perché potrebbe incontrarlo nuovamente al prossimo ‘mille’ di Montreal, dove, se i due avanzano fino alla semifinale, si giocheranno un posto nell’atto finale.

L’intervista di Alcaraz

Proprio da questa considerazione è partito il suo intervento a La Gazzetta dello Sport. La giornalista ha espresso (ironicamente) preoccupazione sull’eventualità che, alla luce di questi eventi, il ragazzo non voglia più trascorrere le vacanze in Italia. Ma Alcaraz ha ammesso: “Ma no! L’ Italia mi piace moltissimo, e mi sono sempre trovato bene. Per questo si salva, altrimenti non ci verrei più: gli italiani mi hanno dato qualche dispiacere di troppo ultimamente.

“Prima Berrettini, poi Musetti e due volte Sinner – sottolinea lo spagnolo – Sono giocatori tutti molto forti e con caratteristiche completamente differenti. Mi hanno dato davvero del filo da torcere, anche se in alcuni casi la vittoria mi è mancata per qualche piccolo dettaglio. Sinner è sicuramente quello che più mi ha sorpreso. Contro Berrettini sapevo a cosa sarei andato incontro, conoscevo il suo stile, con Musetti uguale. Jannik però mi ha sorpreso: per il modo dl stare in campo e per il livello di aggressività che riesce a esprimere in ogni scambio. In campo ci diamo battaglia ma fuori siamo tutti amici“.

Il 19enne ha poi rivelato come si sente ad aver perso per ben due volte in finale. Prima di Umago e Amburgo, infatti, Alcaraz non si era mai classificato secondo.

“All’inizio mi è presa male, lo ammetto. Forse l’ho vissuta in modo più drammatico del dovuto. Poi, col passare del tempo, e ripetendo la stessa esperienza una settimana dopo, ho capito che a volte perdere può pure fare bene, perché ti insegna come reagire. Impari a gestire meglio i tuoi sentimenti”.

Lancia così uno sguardo al futuro e alla stagione sul cemento: “Ora andiamo in America, lì ho vinto Miami e fatto semifinale a Indian Wells, l’obiettivo è giocare al massimo livello possibile e guadagnare tanti punti. E poi c’è Io Us Open: a New York voglio fare quel che non mi è riuscito negli altri Slam, ovvero andare oltre i quarti“.

Proprio in ottica Slam, Carlos ammette: “Penso di esserci abbastanza vicino visto che ho raggiunto i quarti. Finora mi è mancato qualcosa. magari un po’ di esperienza nei match 3 set su 5, ma non sono lontano dall’arrivarci. Non ho una preferenza su quale vincere prima… Non mi sembra il caso di fare lo schizzinoso sui titoli Slam!”.