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Nelle scorse ore, a pochi giorni dall’attentato all’auditorium Crocus City Hall di Mosca, il Presidente russo Vladimir Putin ha ammesso la responsabilità dello Stato islamico nell’attacco. Tuttavia lo “Zar” continua a puntare il dito contro l’Ucraina, accusando Kiev di essere il mandante della strage del 22 marzo dove sono morte 137 persone. Putin, infatti, come riportato da Tgcom24, ha dichiarato: “Sappiamo che il crimine è stato commesso per mano di islamici radicali, la cui ideologia lo stesso mondo islamico combatte da secoli. Ci interessa sapere chi ne trae vantaggio”. 

Intanto il tribunale Basmanny di Mosca ha convalidato l’arresto dei quattro tagiki dell’Isis-k e li ha messi in custodia cautelare fino al 22 maggio e rischiano la pena dell’ergastolo per terrorismo. Tuttavia, nel corso degli interrogatori, i responsabili della strage hanno subito torture e violenze di vario tipo e i filmati sono stati pubblicati sui canali Telegram filorussi, come per esempio la mutilazione di un orecchio. Tuttavia Il Cremlino, secondo quanto riportato da la Cnn, non ha risposto in merito alle domande sulle possibili torure.

Nel corso di un dibattito per sul ripristino della pena di morte per terrorismo vicepresidente del consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev si è espresso duramente sulla sorte dei quattro terroristi: “Dobbiamo uccidere tutti gli autori dell’attentato. Me lo chiedono tutti. Cosa fare? Sono stati catturati. Complimenti a quelli che li hanno presi. Dovrebbero essere uccisi? È necessario. E lo sarà. Ma è molto più importante uccidere tutte le persone coinvolte. Tutti. Chi ha pagato, chi ha simpatizzato, chi ha aiutato. Dobbiamo ucciderli tutti”.