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In Ucraina è una guerra di posizioni e logoramento.

I combattimenti per la conquista e la difesa di alcuni territori e città hanno avuto e continuano ad avere un grande impatto sull’economia delle forze, dei mezzi e dei materiali. Ma anche sul morale del personale e quindi sul prosieguo delle operazioni.

La città di Bakhmut, nel Donetsk, non sfugge a questa logica anzi la esaspera in un momento forse cruciale per l’attuale guerra.

A dicembre scorso, nel 2022, il Ministero della Difesa Inglese affermava che “…la cattura della città avrebbe un valore operativo limitato sebbene consentirebbe potenzialmente alla Russia di minacciare le aree urbane più grandi di Kramatorsk e Sloviansk…”.

La scorsa settimana il Presidente Zelensky e i capi militari ucraini decisero che la città andava difesa perchè un baluardo contro l’avanzata russa nel restante Donetsk.
Bakhmut, “fronte nel fronte” nel Donbas, è sotto bombardamenti dal maggio ‘22. Gli scontri sul terreno vengono definiti feroci. La città è divisa in due. La parte orientale è sotto controllo delle truppe (russe) Wagner, quella occidentale è difesa dagli ucraini. Il fiume Bakhmutovka, in mezzo, è di fatto la linea del fronte nella città. La Wagner ha rivendicato la presa dell’impianto industriale Azom e ciò rappresenterebbe un ulteriore spinta in avanti verso il centro dell’abitato.

I russi continuano a chiamare la città con il nome russo Artyomovsk, di quando l’Ucraina era parte dell’Unione Sovietica. Questo sta a indicare l’importanza che gli attribuiscono sentimentalmente e politicamente. Nei fatti anche tatticamente. Per comprenderne quest’ultimo aspetto bisogna inquadrare la città come un nodo logistico chiave. Vi passano due strade importanti, la T0513 la T0504.

La presa di Bakhmut spezzerebbe le linee di comunicazione ucraine (GLOC-Ground Line of Communication) tagliando di fatto i rifornimenti che corrono su queste. La T0513 si innesta alla M33 che porta a Sloviansk, la T0504 si inserisce sulla la H20 che va a Kramatorsk; due città chiave e considerate “fortezze” della regione di Donetsk.

Da più parti viene valutato che le truppe Wagner nell’area di Bakhmut sarebbero arrivate al culmine dello sforzo e quindi avrebbero necessità di una pausa operativa. L’immissione da parte del Ministero della Difesa (MoD) russo di truppe convenzionali aviotrasportate, ben addestrate, avrebbe lo scopo di far proseguire queste nelle azioni successive. Anche gli ucraini sono in difficoltà, sono a corto di munizioni e personale, e da più parti viene messo in dubbio se la scelta di resistere sia stata saggia.

Bakhmut non è solo scontro sul terreno tra russi ed ucraini. È anche oggetto di divergenza tra Ministero della Difesa/Mosca e il capo della Wagner Prighozin. Quest’ultimo ipotizza che il Cremlino abbia utilizzato e voglia utilizzare gli uomini della Wagner per sostenere il combattimento nel centro urbano di Bakhmut per poi escluderli dal proseguimento delle operazioni oltre la città. Così il merito del buon fine delle operazioni future andrebbe alle truppe regolari di Mosca. E in questa ottica potrebbe essere vista l’immissione delle truppe convenzionali in area.

Lo scontro tra Prighozin e l’MoD va avanti da tempo. Il primo ultranazionalista, fautore della linea più dura, ha più volte criticato le scelte dei vertici militari russi. Ha apertamente biasimato la ritirata da Kharkiv imputandola all’incompetenza del Gen. Lapin comandante delle operazioni. Per lui era un protetto del Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate della Federazione. In alcune fasi della guerra ha anche ipotizzato l’uso di armi nucleari tattiche.

Su Bakhmut, dopo ripetute accuse per la mancanza di sostegno da parte del Ministero della Difesa, ha smentito le divergenze. Ha affermato che non vi è alcun conflitto tra i combattenti Wagner e quelli regolari delle forze armate russe.

Il protagonismo di Prighozin, abilmente veicolato dal suo apparato informativo, è anche visto come il tentativo di ritagliarsi uno spazio nella sfera politica russa. Un modo per far sentire la sua voce nelle scelte politico-militari del Cremlino; per ora senza successo. Qualcuno gli avrebbe chiesto se avesse intenzione di candidarsi alle presidenziali russe, ha risposto che ci avrebbe pensato ma per quelle che si terranno prossimamente in Ucraina.

Secondo il politologo russo Aleksey Mukhin, il popolo russo associa queste ultime affermazioni alle future elezioni del presidente in Russia. I cittadini russi sanno poco o nulla delle elezioni ucraine e non sarebbero per nulla interessati a queste.

Il feeling che c’era tra Mosca e Prighozin si sta deterioramento. Al finanziere è stata preclusa la possibilità di reclutare combattenti tra i detenuti delle carceri russe, come era già avvenuto in passato.

Il Cremlino ha dato avvio alla creazione di nuove unità volontarie tramite le compagnie energetiche russe. Le unità di nuova costituzione e quelle già formate potranno registrarsi tra le persone giuridiche dello Stato. Gli appartenenti ed esse così come i veterani, che hanno combattuto in Ucraina con unità volontarie statali, avrebbero accesso a benefici governativi. Questi vantaggi sono preclusi ai componenti della Wagner che rimane una compagnia privata e non statale. Questa iniziativa viene letta, sempre più, come il tentativo da parte delle autorità russe di prendere le distanze dalla Wagner e forse isolare Prighozin.

Se Bakmut è al centro dei combattimenti e potrebbe rappresentare un punto di svolta per le tattiche di ucraini e russi, la tensione tra USA e Russia si innalza. La causa questa volta è un drone da ricognizione americano che, mentre volava sul Mar Nero, è precipitato a causa di manovre spericolate messe in atto da due MIG russi.  

Intanto, forse cosa positiva se prende la giusta traiettoria, la Cina dichiara l’intenzione di voler avviare un’azione diplomatica e annuncia che ha in programma di incontrare Putin ed anche Zelensky.