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Gli sforzi offensivi principali delle truppe russe sono concentrati negli Oblast di Kharkiv, Lugansk e Donetsk, nel Nord Est e ad Est. Scopo è sempre quello della conquista delle intere regioni Lugansk e Donetsk. Un unico fronte che da Kupiansk, senza soluzione di continuità, va fino a Donetsk city. Tre le aree di scontri con maggiore intensità.

La Kupiansk-Svatove-Kreminna. I russi puntano a portarsi a ridosso del fiume Oskil e sull’abitato di Lyman; nell’area di Kreminna le truppe di Mosca utilizzano anche gli ultimi carri T-90.

C’è l’area della città di Bakmut. Gi scontri sono sempre più duri e tatticamente i russi non sembrano avere lo slancio per completare, dopo la presa della parte orientale della città, l’accerchiamento dell’abitato. Comunque ottengono dei piccoli guadagni nel centro e nella periferia della città.

Poi ecco la linea Avdiivka-Donetsk city dove i russi concentrano gli sforzi maggiori sulla prima città facendo registrare guadagni di territorio. Il parere di alcuni e che Avdiivka avrebbe anche lo scopo di attirare le truppe ucraine distogliendole da altre parti, oltre alla convinzione che potrebbe diventare una nuova Bakmut. 

Su tutte queste aree la resistenza ucraina si oppone con tenacia ma risente del logoramento e della carenza di armamento e munizioni, come per i russi.

Al sud le truppe russe continuano a fortificare le linee difensive per contrastare una presagita prossima controffensiva ucraina, proveniente da Zaporizia Nord, che vuole tagliare il collegamento terrestre tra la regione russa di Rostov e la Crimea.

Incontro tra Russia e Cina

Mentre sul terreno si combatte il Presidente Putin riceve la visita del Presidente cinese Xi Jinping. L’incontro avviene in un clima di grande cordialità e rispetto reciproco. I due mostrano al mondo, alla parte occidentale e/o vicina ad esso, che tra loro vi è sintonia. Viene affermato la costituzione di partenariato strategico globale di coordinamento per la nuova era.

Vengono siglati nuovi accordi economici che mitigano le sanzioni occidentali alla Russia. Mosca farà affluire più gas, diventa il primo fornitore di petrolio per Pechino e riceverà prodotti ad alta tecnologia che rientrano tra quelli sanzionati.

Il Presidente cinese sulla crisi in Ucraina dice che la Cina “favorisce la pace e il dialogo per la soluzione del conflitto in Ucraina”. Porta con sé una proposta a cui Putin dice di guardare con interesse; può essere una base per un accordo se l’occidente e l’Ucraina vogliono.

Il piano cinese non convince gli USA perché non è imparziale. Il Segretario di Stato americano dice che “Un cessate il fuoco ora senza una soluzione a lungo termine consentirebbe a Putin di riposare e riarmare le sue truppe, e quindi riprendere la guerra in un momento migliore per la Russia…”. Queste dichiarazioni trovano fondamento anche nel fatto che i russi hanno sempre dichiarato di voler raggiungere tutti gli obiettivi (massimalisti) fissati della loro operazione militare speciale in Ucraina.

Da più parti quello cinese potrebbe essere visto più che un piano un concetto di pace. Un qualcosa che per la Cina tenga conto, come sempre, della propria visione geopolitica.

Per ora quindi nessun negoziato concreto all’orizzonte.

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