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Il segretario del consiglio atlantico, Jens Stoltenberg, a pochi giorni di distanza dalla sua intervista all’Economist, in cui invitava le forze della Nato a rimuovere il divieto all’Ucraina  di usare le armi per colpire gli obiettivi militari in Russia, ha fatto dietrofront. Le dichiarazioni dell’economista norvegese avevano scaturito la contrarietà sia di alcune nazioni membri dell’Alleanza Atlantica, come l’Italia, che delle stessa federazione Russa, tornata a paventare lo spettro della terza guerra mondiale.

Nel corso di una conferenza stampa a Sofia, come riportato da Rai News, Stoltenberg ha specificato che “Spetta agli Alleati decidere sulle restrizioni. Il mio messaggio è che penso che sia giunto il momento di considerare alcune delle restrizioni. L’Ucraina ha diritto all’autodifesa e, secondo il diritto internazionale, questo include il diritto di colpire obiettivi militari legittimi al di fuori dell’Ucraina”.

Chi invece va avanti spedito con le sue convinzioni è il Presidente francese Macron, “interventista” convinto che, nei mesi scorsi, ha più volte parlato di invio di soldati Nato in soccorso all’Ucraina. Nella giornata di ieri, lunedì 27 maggio, si è tenuta una riunione in videocollegamento tra il ministro della Difesa ucraino, Rustem Umerov, e il suo omonimo francese, Sebastien Lecornu. Secondo quanto precisato da Kiev le trattative con Parigi sono ancora in fase di discussione e non è stato raggiunto nessun accordo. Il portavoce del ministero della Difesa francese, come riportato dall’Ansa, ha dichiarato che: “L’invio in Ucraina di “istruttori militari” francesi “è una pista sulla quale continuiamo a lavorare con gli ucraini, in particolare per comprendere le loro esatte necessità. Come detto più volte la formazione sul terreno ucraino fa parte dei cantieri dei quali si è discusso a partire dalla conferenza sul sostegno all’Ucraina riunita dal presidente della Repubblica il 26 febbraio scorso”.