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di Giuseppe Esposito

Le truppe russe sotto la pressione e l’offensiva di quelle ucraine si ritirano da Lyman. Si giustificano dicendo che è stato un ripiegamento su posizioni più favorevoli, la città era circondata. Le critiche e le accuse da parete di nazionalisti russi piovono sul generale Lapin, comandante delle operazioni in Ucraina centrale, e sul generale Gerasimov Capo di Stato Maggiore della Difesa russo. Il primo non sarebbe stato in grado di gestire le operazioni per la difesa e la tenuta di Lyman; il secondo avrebbe coperto le inefficienze di Lapin.

In ambienti russi e ucraini si paventa l’ipotesi che la Russia, ovvero Putin, sia più concentrato sulla difesa dei territori strategici di Kherson e Zaporizhia. Perciò Lyman era sacrificabile. Questo ragionamento però non è aderente con le intenzioni espresse a seguito della firma dei decreti di annessione. Con quell’atto i territori occupati, per Mosca, sono parte della Russia e pertanto da difendere. Ma non è ancora chiaro quali siano i confini dei territori annessi.

Lyman per gli ucraini è il punto di partenza per futuri scenari operativi, per una successiva offensiva. La posizione acquisita può essere sfruttata come testa di ponte verso le città di Lisychansk e Severodonetsk a 50 km ad Est e in mano russa da luglio.
Si è più volte detto dell’importanza strategica della città, perchè snodo ferroviario e di importanti vie di comunicazione stradali (le T0513 e T0514).

Vista la disfatta di Lyman il leader ceceno Ramzan Kadyrov (nella foto), su telegram, chiede più fermezza da parte del Cremlino ed invita a combattere per “liberare” i territori annessi con ogni mezzo possibile, compreso l’uso di armi nucleari tattiche. A Kadyrov fa eco Evgeniy Prigozhin, finanziere del gruppo Wagner.

I russi posseggono tutti i livelli di potenziale nucleare, sono in grado di usarlo e nei fatti avrebbero equipaggiamento e truppe addestrate. Ma i militari che sono in Ucraina potrebbero avere serie difficoltà ad operare in un ambiente nucleare ancorché di bassa intensità. Le truppe di mosca sono un coacervo di militari professionisti, coscritti, mercenari e riservisti affrettatamente e superficialmente mobilitati che male si amalgamano tra loro.

La minaccia nucleare di Putin viene comunque presa sul serio. Gli USA hanno intensificato la sorveglianza intelligence su qualsiasi attività che potrebbe far presagire l’uso di armi non convenzionali. Nel Mar Baltico il sommergibile nucleare russo K-329 Belgorod è monitorato.