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Nelle Striscia di Gaza si combatte. Un cessate il fuoco umanitario è auspicabile per la popolazione civile e per riportare a casa altri ostaggi. Per ora è tutto fermo. Le trattative si sono ulteriormente complicate dopo l’uccisine in libano del vice di Hamas, Saleh al-Arouri, e di altri dirigenti del gruppo palestinese.

Il Ministro della Difesa israeliano Gallant (in foto) già pensa a come potrà essere il domani nella Striscia ed elabora un piano per il dopo guerra.

Il piano è un misto di responsabilità, con supervisione di Israele, tra:

  • la stessa Israele, che mantiene il controllo generale della sicurezza;
  • una coalizione esterna multinazionale, con USA, Stati europei e arabi moderati, che deve occuparsi della rinascita economica e della ricostruzione della Striscia;
  • autorità di palestinesi locali che si occuperanno del governo del territorio. I funzionari palestinesi dovranno essere competenti, non ostili ad Israele e non affiliati ad Hamas.

L’Egitto è considerato un attore importante e avrà la responsabilità del principale valico di frontiera che da nella Striscia da sud, Rafah.

Non viene previsto alcun ruolo per l’Autorità Palestinese che attualmente opera in Cisgiordania e neanche un suo rientro nella Striscia è menzionato.

Alla base del piano del ministro della difesa israeliano c’è che Hamas non avrà più alcun controllo sulla Striscia e che non rappresenti più una minaccia per Israele. Che poi sono gli obiettivi che lo stato ebraico si è posto con le operazioni militari oltre al ritorno degli ostaggi. In ottica ostaggi il piano di Gallant prevede che gli abitanti di Gaza Nord, evacuati, non potranno fare rientro alle loro abitazioni fino a quando non saranno riconsegnati tutti i rapiti detenuti da Hamas e dalle altre milizie.

Chiarimenti in corso

Il piano è in discussione all’interno del governo di coalizione ma già si sono levate voci, quelle degli ultra conservatori di destra, che oltre a non essere favorevoli ad un governo della Striscia affidata ai palestinesi vorrebbero far insediare sul quel territorio coloni israeliani.

Una questione da risolvere con i membri della coalizione internazionale, detta anche “Task force” (TF), è il ruolo dell’ Autorità Palestinese (AP). I membri della futura TF hanno già più volte detto che per il futuro della Striscia è fondamentale il coinvolgimento dell’AP che dovrà essere l’organo di governo che riunisca la Striscia e la Cisgiordania. Le posizioni del Primo Ministro Netanyahu sono chiare in merito, scarta ogni ipotesi che l’AP e la sua attuale leadership possa prendere il controllo della Striscia di Gaza nel dopo guerra. A questo va aggiunto la nota questione dei due “Popoli due Stati” che non è neanche presa in considerazione da Gallant.

C’è molto da fare e discutere. All’interno del governo di coalizione aumentano le tensioni e i disaccordi. Intanto il Segretario di Stato americano Blinken è in Medio Oriente per parlare con Netanyahu ed i leader della regione. Discuterà del piano Gallant, di ostaggi, cessate il fuoco, minacce Houthi ed altro.

La guerra continua e durerà ancora mesi, così dicono gli Israeliani.

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