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I giorni scorsi l’intelligence Inglese ha valutato che, nel complesso, il conflitto in Ucraina sta attraversando una fase di stallo. I combattimenti sul terreno si sono concertati in tre specifiche aree: nel Nord Est, lungo l’asse Svastove -Kreminna; nel Donetsk dove i russi, riorganizzatisi dopo la presa di Soledar, spingono nelle aree intorno a Bakmut; a Zaporizhia, nel sud, le truppe russe conducono attacchi limitati ma senza guadagni e consolidano le difese in continuità con quelle della regione limitrofa di Kherson. I russi continuano con i bombardamenti indiscriminati sui siti ucraini.

Si era già accennato che il Cremlino ha disposto una riorganizzazione del dispositivo militare. Il ministro della difesa russa Shoigu ha confermato che tra il 2023 e 2026 metterà in atto le riforme richieste dal Presidente Putin.

Il piano oltre all’aumento del personale prevede la ricostituzione dei Distretti di Leningrado e Mosca e ciò configura quasi un ritorno all’organizzazione dell’era sovietica nei territori della Russia occidentale. Sono previsti poi la formazione di raggruppamenti autonomi nei territori annessi dell’Ucraina, la creazione un corpo d’armata in Carelia al confine con la Finlandia, la costituzione di ulteriori nuove unità tra brigate e divisioni e la rimodulazione di altre. Particolare attenzione è rivolta anche alla qualità del reclutamento, all’addestramento, alla fornitura di armi e materiali, alla logistica, alla costituzione di adeguate infrastrutture e al supporto industriale. I piani annunciati indicano che la Russia si preparerebbe per affrontare non solo una lunga guerra in Ucraina ma anche conflitti di tipo convenzionale.

L’istituto per lo studio della guerra valuta che i cambiamenti programmati dalla Russia non riusciranno, per il 2023, ad influire direttamente sulla guerra in corso. É ritenuta possibile una offensiva russa in primavera e l’intelligence ucraina valuta che questa possa avvenire nel Lugansk e nel Donetsk. Viene ritenuto che se le trasformazioni annunciate da Shoigu partissero rapidamente sarebbero in grado di cambiare la correlazione delle forze nel 2024. Oltre a stabilire, nei prossimi anni, le condizioni per una forte minaccia militare russa nei confronti degli stati confinanti, NATO inclusa.

La previsione di un’offensiva primaverile preoccupa Kiev che per essere in grado di difendersi, di contrattaccare e ricacciare l’invasore chiede all’occidente, e a chi la sostiene, la fornitura di armi specifiche. Prima della fine dell’inverno l’Ucraina ha necessità di ricevere armi idonee allo scopo. Gli scontri di primavera potrebbero essere determinanti per il corso della guerra e dipenderanno da come le opposte forze saranno organizzate e attrezzate.

Alla riunione del “Gruppo di Consultazione” all’Ucraina, tenuta a Ramstein in Germania, è stato deciso per un sostanzioso pacchetto di aiuti. La Germania, che in quella sede si era mostrata molto esitante, invierà i carri Leopard e questo svincola anche altri Paesi che volevano già farlo. Anche gli USA, oltre a 2,5Mld di dollari, invieranno circa 30 carri Abrams. La reazione russa è stata immediata.

Ovvio che il tutto deve essere supportato da una logistica celere e aderente. Bisogna prevedere forniture di munizioni sia per le armi di nuovo invio che per quelle più vecchie. C’è necessità di avere un’industria che risponda alle esigenze e sia in grado di rifornire i magazzini.

Il conflitto in atto si sta sempre più trasformando in guerra d’attrito che logora uomini, mezzi e materiali. Su quest’aspetto la Russia è in vantaggio rispetto all’Ucraina e perciò non bisogna esitare nel sostenere Kiev.

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