Kharkiv, la regione del Nord est dell’Ucraina è di nuovo sotto attacco. Ripiomba nell’incubo. Le truppe russe sono penetrate dalla regione confinante di Belgorod e spingono verso la capitale.
L’offensiva partita il 10 maggio è considerata uno degli attacchi terrestri russi più significativi dall’inizio della guerra. Era qualcosa di preannunciato e prevedibile perché i russi da tempo stavano portando personale a ridosso del confine. Le stime dicono intorno ai 35.000 soldati. Però nonostante le avvisaglie non era stata predisposta una massiccia linea di difesa. Ai russi è bastato solo attraversare il confine, non hanno incontrato ostacoli come potevano essere i campi minati. Il tutto fa gridare a negligenza. C’è chi ipotizza anche corruzione da parte di chi doveva attuare qualcosa e non l’ha fatto o l’ha fatto volutamente male. Ed allora non si parlerebbe più di fallimento della difesa ma di tradimento.
I Russi hanno scelto le due direttrici di Lytpsi e Vovchansk e da qui punterebbero verso la città di Kharkiv. Molti villaggi sono stati conquistati. Per ora Kharkiv non è in pericolo ma presto potrebbe entrare nel raggio di azione dell’artiglieria russa. Mosca aveva anche detto che voleva creare un’area cuscinetto all’interno dell’Oblast di Kharkiv per meglio proteggere la regione di Belgorod dal fuoco d’artiglieria ucraina. Molti sono propensi a valutare che sia ancora quella l’intenzione ma solo i prossimi giorni ci daranno una risposta.
la cittadina di Vovchansk e sotto tiro e sarebbe destinata presto a cadere in mano russa. Già si combatte in alcune strade della città. La popolazione l’ha abbandonata per paura dei russi. La tecnica delle truppe di Mosca è ormai nota, avanzare facendo tabula rasa dei centri abitati che incontrano sul cammino. Bakmut ed Avdiivka ne sono gli esempi lampanti.
Il nuovo fronte di Kharkiv mette anche a nudo le difficoltà ucraine in termini di risorse: personale, mezzi, armi e munizioni. Il rapporto del fuoco di artiglieria e per ora di 1 colpo ucraino contro i 10 russi. Con gli aiuti americani si dovrebbe accorciare il divario ma ci viole un po’ di tempo. Nella regione si fa un balzo indietro, nel 2022, all’inizio della guerra quando i russi avevano già tentato una offensiva poi respinta con la controffensiva Ucraina del settembre di quell’anno. Ma adesso dopo più di due anni le cose sono un po’ diverse.
Gli ucraini hanno dovuto ritirare alcuni reparti dal confine per la forte pressione russa; è un ripiegamento su posizioni meglio difendibili e forse anche più vantaggiose, così riportano. La situazione è difficile ma Zelensky dice che sta tornando sotto controllo, parole forse un po generiche e forse necessarie in questo momento. Adesso la priorità è arginare la pressione russa. Il Presidente ha annullato alcuni viaggi all’estero per seguire da vicino la situazione.
Ma non è solo a nord che i russi premono. Nel Donbass le truppe di Mosca hanno intensificato le operazioni lungo la linea Kupiansk-Svtove-Kreminna. Così come verso la città di Chasiv Yar, ad ovest della città di Bakmut, e anche verso Siversk a nord ovest. Anche nel fronte sud c’è movimento e i russi rivendicano la ripresa di alcuni centri abitati tra cui Robotyne. Quest’ultima fu una dei pochi insediamenti che le truppe di Kiev riuscirono a riconquistare nella controffensiva estiva dello scorso anno. Poi fallì frantumandosi sulle difese russe.
La situazione, come detto, è difficile e complicata. Gli ucraini sperano di ricevere presto gli aiuti americani che il Segretario Blinken ha detto stanno arrivando. Si augurano che possano fare davvero la differenza contro le truppe di Mosca. Putin ha detto che verranno raggiunti tutti gli obiettivi ed è volato dall’amico cinese e considera il rapporto tra le due potenze, l’Orso ed il Drago, stabilizzante per il mondo.
Saranno giorni, settimane, mesi di inferno al fronte.
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