di Giuseppe Esposito
In questi giorni si parla molto della possibilità dell’impiego di un nucleare tattico in Ucraina da parte di Putin. Le minacce di Mosca vanno prese sul serio, lo ha detto l’ex cancelliere tedesco Merkel, lo pensano gli americani che hanno intensificato la sorveglianza e l’attività di intelligence sulla minaccia nucleare della Federazione Russa.
Gli ultimi eventi relativi al ponte Kerch sul Mar D’azov fanno sollevare le voci dei nazionalisti russi che sempre più invocano il nucleare. Secondo loro si sarebbe superata la linea rossa.
La dottrina sull’uso dell’arma atomica da parte russa è contemplata nel decreto del 2 Giugno 2020 firmato da Putin. Il documento, dal titolo “Sui fondamenti della politica statale della Federazione Russa nel campo della deterrenza nucleare”, non è secretato come quelli precedenti. Fornisce una visione più trasparente sul concetto nucleare russo. La trasparenza sta nel fatto di rendere noto il perché, come e quando fare uso dell’arma nucleare.
Secondo il documento la politica della Russia nel campo nucleare è improntata sulla “deterrenza”, è “assicurata dalla totalità della potenza militare della Federazione Russa, comprese le armi nucleari” e viene considerata di “natura difensiva”.
I concetti di deterrenza e di difesa vengono utilizzati a garanzia della sovranità e dell’integrità non solo della Russia ma anche dei suoi alleati.
La parte controversa e dibattuta del documento è la previsione, in caso di un conflitto militare, del ricorso alla deterrenza nucleare per impedire “l’escalation delle ostilità” e giungere alla “loro fine a condizioni accettabili per la Federazione Russa e (o) i suoi alleati”.
Questo passaggio potrebbe essere letto come l’intenzione del ricorso alla “escalation to de-escalation”, ovvero l’uso di un attacco nucleare ridotto per costringere il nemico a porre termine ad un attacco convenzionale. Si dibatte molto in merito ed esperti non confermano ne respingono la partecipazione della Russia a questa teoria. Un passaggio successivo del documento è più esplicito e viene stabilito che la Federazione Russa esercita il diritto all’uso di armi atomiche in risposta all’impiego di analoghe armi e di distruzione di massa. Sia contro di essa che i suoi alleati. Inoltre si riserva di farne uso in caso di aggressione con armi convenzionali quando l’esistenza dello stato (Federazione) è minacciata.
L’impiego dell’arma nucleare è deciso dal Presidente della Federazione Russa. Questi esercita la direzione generale della politica statale nel campo della deterrenza nucleare. Si avvale di altri organi dello stato per il coordinamento e l’organizzazione delle attività nel campo della deterrenza.
La pretesa della trasparenza della dottrina nucleare, con la pubblicazione del documento, non è rassicurante. Le zone d’ombra riguardano un ipotetico impiego dell’arma nucleare a fronte di un attacco con armi convenzionali. Se questi timori erano legittimi prima dell’invasione in Ucraina a maggior ragione lo sono adesso con il conflitto in corso.