Il calendario ci dice che siamo in primavera. Le aspettative dei russi per la conquista del Donbass entro l’inizio di questa stagione sono state smentite.
Il Ministero della Difesa Inglese rimarca che la nomina del Gen. Gerasimov a comandante delle operazioni in Ucraina, avvenuta l’11 gennaio ’23, aveva anche lo scopo di lanciare una offensiva invernale per allargare il controllo russo su quella regione entro la fine di marzo. Ci sono stati solo guadagni marginali a fronte di un impiego massiccio di uomini della riserva mobilitati ad ottobre.
In Molti si chiedono fino a che punto la leadership russa possa accettare questo fallimento. Se si procederà a ulteriori cambi e rimodulazioni di comando come già avvenuto in passato. Qualcosa si starebbe già muovendo.
Allo stato attuale alcuni mil-blogger russi, favorevoli alla guerra, avanzano dei dubbi circa la capacità di prosecuzione di una offensiva se prima non si riesce a mettere sotto controllo le città di Bakmut e di Avdiivka. Ambedue sulla stessa linea del fronte nel Donetsk.
C’è poi chi è d’accordo con una dichiarazione di un alto comandante russo, non verificabile. Secondo cui sarebbe necessario organizzarsi su posizioni difensive per fronteggiare un contrattacco ucraino.
Su quest’ultimo aspetto le truppe russe hanno già intrapreso da tempo attività per organizzare più linee di difesa nel sud delle regioni di Kherson e Zaporizhia. Anche a protezione della Crimea. Quest’ultima preoccupa molto i russi e anche qui si allestiscono difese lungo le principali linee di comunicazione terrestri che portano alla penisola. Altresì sulle spiagge della parte occidentale si organizzano postazioni difensive.
In Russia si continua a coinvolgere la base industriale (DIB-Defense Industrial Base) a sostegno della guerra. Il primo ministro russo Mikhail Mishustin ha firmato un decreto per l’istituzione di un impianto che deve provvedere alla riparazione dei sistemi missilistici e di artiglieria.
Il ministro della difesa russo ha detto che la base industrie militare ha incrementato la produzione sia di armi convenzionali che di quelle di precisione.
Su quest’aspetto vi sono opposte reazioni. C’è chi dice che gli annunci di Shoigu sono molto vaghi ed avanza dubbi sul reale aumento della produzione. Secondo costoro questa per risultare efficace dovrebbe essere esponenziale, neanche multipla, rispetto a quella normale. Per contro c’è chi è persuaso della bontà degli annunci ed è convinto che le forniture saranno presto in grado di raggiungere i consumi delle prime fasi dell’“operazione militare speciale”. Per avere un dato di riferimento, la Russia prima dello scorso autunno sparava circa 60.000 granate di artiglieria al giorno. Il numero si è poi ridotto notevolmente a causa del depauperamento delle scorte. Anche l’Ucraina soffre di carenza di scorte, nonostante il supporto occidentale.
Sull’approvvigionamento di armi e munizioni degno di nota è un incontro tra ministri degli esteri russo e iraniano. I due potrebbero aver discusso della fornitura di sistemi d’arma iraniani da utilizzare in Ucraina e di un accordo finalizzato alla fornitura di aerei d’attacco russi Sukhoi Su-35 all’Iran.
Se le armi e le munizioni sono un problema anche il personale rappresenta una criticità. Per sopperirvi il Presidente Putin ha firmato il decreto che autorizza la coscrizione primaverile. Il numero dei chiamati dovrebbe essere di circa 147.000 mila persone. È considerata la più grande coscrizione degli ultimi sette anni, dal 2016. Parte di questi verranno addestrati in Bielorussia e si vanno ad aggiungere a quelli che già vengono istruiti in quel Paese. È poco probabile che queste nuove leve siano in grado di operare in Ucraina nel breve periodo ma neanche nel medio.
Intanto sul terreno i russi continuano ad applicare i loro sforzi offensivi sulla linea Kupiansk, Svatove, kreminna, lyman, Bakmut, Avdiivka, Donetsk e Marinka. Dalla regione di Kharkiv al Donetsk.
Combattimenti atroci a Bakmut e nell’aerea di Avdiivka. Le truppe Wagner sono avanzate nell’abitato di Bakmut ed hanno preso l’edificio sede del Comune, gli ucraini continuano a resistere nella parte più occidentale della città. Si ritiene che gli sviluppi della situazione nelle aree di Bakmut e Avdiivka avranno ripercussioni sul corso delle future operazioni. Qui ci potrebbe essere un’ulteriore intensificazione dei combattimenti, anche se russi ed ucraini stanno consumando molte risorse.
C’è poi il nucleare tattico che i russi porteranno in Bielorussia che secondo Shoigu è una conseguenza della minaccia dell’occidente verso l’integrità della Federazione Russa. E per ora secondo il Cremlino non ci sono le condizioni per un negoziato.
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