di Giuseppe Esposito
La Russia per sostenere la guerra in Ucraina e fronteggiare il depauperamento di mezzi, munizioni ed armamenti si rivolge ai Paesi amici.
Dalla Bielorussia starebbe acquisendo carri armati e veicoli da combattimento per la fanteria. Dalla Corea del Nord e dall’Iran cercherebbe aiuto di tecnologie militari. E questo oltre a pesare economicamente è comunque uno smacco. Per il dipartimento della difesa americano (U.S. DoD), la Russia dalla Corea dovrebbe ricevere milioni di munizioni, razzi e proiettili di artiglieria. Dalla capitale coreana, Pyongyang, arrivano smentite. La risposta è di “riservarsi il diritto di esportare sistemi militari”. La Corea, nel luglio scorso, ha già dimostrato vicinanza alla Federazione Russa. Ha riconosciuto, infatti, le repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk. Dall’Iran continuerebbe a rifornirsi di droni (Shahed-136, Mohajer-6 e Arash-2). Per il loro uso Mosca si avvale inoltre dell’addestramento di militari iraniani. Sarebbero previsti anche missili balistici superficie-superficie a corto raggio. La CNN riporta, da valutazioni dell’Intelligence USA, che l’Iran potrebbe sfruttare gli aiuti militari che fornisce alla Russia per chiederle aiuto nello sviluppo del suo programma nucleare.
Il presidente Putin per potenziare la produzione bellica interna, esorta ad un maggiore raccordo tra il suo governo e l’industria per supportare l’operazione militare speciale. Altresì chiede uno sforzo a livello sistema, invitando alla competitività e concorrenza industriale affinché si sviluppino al meglio i programmi di aggiornamento e miglioramento di materiali e armi.
L’acquisizione di munizioni e di sistemi d’arma, l’incitamento alla produzione interna e la mobilitazione fanno pensare che la Russia intende condurre una guerra convenzionale, per lunga che sia, piuttosto che ricorrere all’atomica.
Si percepirebbe una sorta di de-escalation nel linguaggio sull’argomento. Il 2 novembre scorso il ministero degli esteri russo rilasciando una dichiarazione sulla “prevenzione della guerra nucleare” ha affermato che la Russia è consapevole che in una guerra nucleare non ci possono essere vincitori. Pertanto non deve essere scatenata. Putin, qualche giorno prima, al Valdai Discussion Club dichiarava che la Russia non aveva bisogno di fare uso del nucleare in Ucraina, contraddicendo anche precedenti dichiarazioni. C’è chi ipotizza che lo spettro atomico sia stato avanzato per impaurire il governo ucraino. La stessa intelligence di Kiev avrebbe detto che il livello di minaccia nucleare Russo è lo stesso che si registrava già prima della guerra. È evidente che la Russia in tale campo ha intensificato la sua dialettica dopo la rovinosa ritirata da Kiev e la controffensiva ucraina nelle regioni di Kharkiv e Kherson. In Russia si è discusso del nucleare in un incontro tra le alte sfere militari ma Putin non ha partecipato. Forse volutamente.
All’interno della Russia vi sono alcuni ultranazionaliste favorevoli all’impiego di tale arma. Molti, però, sono anche quelli meno propensi. L’ex primo ministro inglese Johnson è convinto che per ora il nucleare tattico non verrà usato. Gli USA, che pure sono sempre stati preoccupati da una simile eventualità, dicono che per ora non vi sarebbero attività tali da farne prevedere l’uso.