Nuova struttura di comando in Ucraina
Il Cremlino rimodula la struttura di comando e controllo in Ucraina e la unifica sotto il Ministero della Difesa. Su questo solco va la nomina del Gen. Valery Gerasimov, Capo di Stato Maggiore Generale delle Forze Armate russe, a comandante di teatro in Ucraina. La nomina, assieme ad altre azioni, rientra tra quelle che Mosca pone a base di future attività operative e strategiche.
Il Gen. Gerasimov avrà tre vice: il Gen. Sergey Surovikin, di cui prende il posto, il Gen. Alexei Kim e il Gen. Oleg Salyukov. Quest’ultimo, secondo l’istituto amaricano per lo studio della guerra, sarebbe dispiegato in Bielorussia per creare i presupposti per la formazione di una forza operativa di attacco russo. Poi c’è la nomina del Gen. Alexander Lapin a Capo di Stato Maggiore delle forze di terra.
Gerasimov e Lapin furono criticati per incompetenza da Yevgeny Prigozhin e da Ramzan Kadyrov. Il primo è il finanziere del gruppo Wagner, il secondo è capo della repubblica cecena e dei combattenti ceceni. I due non hanno neanche lesinato critiche verso l’apparto del Ministero della Difesa russo per il modo di condurre la guerra. Le critiche toccarono il culmine a seguito della ritirata delle truppe russe da Kharkiv e Gerasimov veniva accusato di proteggere Lapin che era il responsabile delle truppe russe in quella regione. Gli stessi Prigozhin e Kadyrov lodavano, ad ottobre scorso, la nomina del Gen. Surovikin a comandante delle forze in Ucraina. Il generale, famoso per la sua efferatezza in Siria, con la sua campagna missilistica e di bombardamenti in Ucraina non è riuscito a demoralizzare le truppe e la popolazione come avrebbe voluto il Cremlino
Il Cremlino decide e gli altri eseguono
Molti analisti concordano sul fatto che le nuove nomine vanno anche al di là degli aspetti tattici, operativi e strategici. Queste vanno lette ed inquadrate come la volontà da parte di Putin e del Ministro della Difesa di voler ribadire la loro autorità nei confronti di alcuni Siloviky, come Prigozhin e Kadyrov, che speravano di poter influire nelle scelte decisionali del Cremlino a seguito della loro crescente popolarità. Proprio Prighozin ha dovuto attuare una forte campagna informativa, o disinformativa, per vedere riconosciuto il ruolo della “sua” Wagner nella battaglia per la conquista di Soledar. Il Mnistro Shoigu con ritardo, e solo a margine degli elogi verso le truppe regolari, ha menzionato il gruppo Wagner. La città oltre che al centro di una battaglia militare, tra Mosca e Kiev, è divenuta oggetto di uno scontro politico tra il Ministero della Difesa russo e il capo della Wagner.
Sono in molti a dire che Prighozin finora è stato tollerato perché ha sempre operato lontano da Mosca e adesso potrebbe essere percepito come un problema, proprio per il ruolo che si è ritagliato in Ucraina e negli spazi informativi non canonici. Il capo della Wagner sta anche di far riconoscere e accreditare la sua compagine all’interno della struttura ufficiale delle forze della Federazione.
La nomina di Gerasimov, con il declassamento di Surovikin a suo vice, metterebbe in chiaro che è Mosca a decidere e a rivendicare tutto ciò che si muove sul campo di battaglia e non solo.
Anche il Ministro della Difesa ucraina, Reznikov, vede il cambiamento nella struttura di comando e controllo come il risultato del “conflitto tra Prigozhin e le forze armate della Federazione Russa”.
Nuova organizzazione e lunga guerra
Oltre alla rimodulazione della struttura di comando di vertice, la Russia si preparerebbe ad ampliare la propria forza militare. Il personale aumenterebbe da 1.350.000 a oltre 1.500.000, verrebbero istituiti nuovi Distretti Militari, Divisioni, riorganizzate delle brigate esistenti e create delle nuove; sarebbe prevista anche una nuova mobilitazione.
È evidente che i tempi tecnici per attuare l’ampliamento e alcune ristrutturazioni non sono né brevi né di facile attuazione, specie in una situazione di conflitto. Una cosa però parrebbe chiara: la Russia si predisporrebbe per una lunga guerra, anche alla luce delle dichiarazioni ufficiali e degli obiettivi massimalisti del Presidente Putin.
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