Secondo Putin l’occidente avrebbe già i piani scritti per la distruzione della Federazione Russa nella sua forma attuale. Lo ha detto in una intervista alla “Tass”. E Medvedev continua a fargli da spalla e a rincarare la dose accusando, sempre l’occidente, di fomentare la situazione in Ucraina. Tra i due esponenti russi è un continuo incalzare di “disinformazia”.
Il capo del Cremlino continua a servirsi della Duma per far supportare le sue controverse decisioni. L’assemblea rappresentativa russa è in procinto di approvare delle modifiche al codice penale russo, innalzando le sanzioni per chi discredita i partecipanti all’ “operazione militare speciale”.
Nella mannaia di questi nuovi emendamenti finiscono anche i militari volontari, è chiaro il riferimento a quelli della Wagner, e i mil-blogger ultranazionalisti che spesso biasimano il Ministero della Difesa ed il suo capo.
Il Presidente dell’Istituzione, Viktorovič Volodin, ha detto che “La punizione per i trasgressori è severa”. Si va dalle multe fino a cinque milioni di rubli o per l’importo del salario o altro reddito della persona condannata per un periodo fino a cinque anni, o lavoro correzionale/forzato fino a cinque anni, o anche reclusione fino a quindici anni”.
Se da un lato il Cremlino cerca di porre rimedio alle critiche interne rafforzando gli strumenti di controllo legislativo-amministrativi dall’altro non sembra trovare, nel breve termine, rimedi alle perdite in termini di personale, mezzi e materiali che subisce sul terreno. Come quelli subiti nella battaglia di Vuhledar, nel Donetsk, definita dagli ucraini come la più importante battaglia di carri nella guerra in corso fino ad oggi. O anche in quello che viene definito l’inferno della battaglia di Bakmut. La città che fino al 2016 era conosciuta come Artemivs’k è al centro di durissimi scontri tra russi e ucraini. Offensive contro difese di posizioni.
Bakmut si deve difendere
Le divergenze di pensiero tra il Presidente Zelensky ed il generale Valery Zaluzhny, capo delle forze armate ucraine, è rientrata. I capi militari e la leadership politica, nei giorni scorsi, avrebbero discusso l’opportunità o meno di ritirarsi gradualmente dalle posizioni avanzate in città. Mantenerle diventava sempre più costoso e pericoloso.
È stato deciso che Bakmut va difesa perché finora è stato “un grande successo strategico e gli obiettivi sono stati raggiunti”, queste le parole del consigliere del Presidente ucraino. Comunque ci vogliono armi e munizioni. Una eventuale ritirata tattica è una opzione sul tavolo.
Nell’area di Bakmut si combatte da nove mesi e quello che era, nelle descrizioni dei suoi cittadini, un giardino in fiore che si affacciava sulle rive del fiume Bakmutovka è ora un ammasso di macerie. Dei quasi 100.000 abitanti ne sono rimasti poche migliaia che vivono in condizioni al limite.
I russi, della compagnia di mercenari Wagner, hanno ottenuto guadagni incrementali dentro e intorno alla città negli ultimi giorni. La zona orientale è sotto il loro controllo. Ci sono voluti molti mesi per arrivare a ciò e con costi elevatissimi che sono valutati insostenibili anche nel breve e medio termine.
Più di 15.000 uomini della Wagner uccisi ma moltissimi anche quelli delle truppe regolari di Mosca; la stima è di circa 30.000 in totale tra i russi. Anche gli ucraini hanno avute molte vittime. La Russia per reintegrare le perdite pensa ad un’altra mobilitazione, il gruppo Wagner lo sta già facendo.
La carenza di munizioni e fattore comune ma per i russi sta diventando motivo attrito interno. Su questo punto si sarebbe aperto un solco tra il finanziere Prigozhin ed il Governo russo. Il capo della Wagner dichiara di non ricevere munizioni, accusa il Ministero della Difesa russo e dice bisogna comprendere se è solo una questione di “ordinaria burocrazia o di tradimento”.
Osservatori ed analisti si chiedono se dopo Bakmut le truppe russe avranno la capacità per proseguire su obiettivi successivi. Su Kostjantynivka ad ovest lungo la T0504, Kramators’k e Sloviansk a nord ovest lungo la E40.
Il Presidente Zelensky teme che dopo Bakmut i russi possano puntare avanti, su altre città. Anche la NATO ha gli stessi timori. Armi e munizioni devono giungere in tempo.
Ad est la primavera è alle porte. L’offensiva russa e la controffensiva ucraina sono forse i futuri scenari. Pro e contro per entrambi gli schieramenti.
In mezzo c’è sempre la speranza per un cessate il fuoco da cui si possa partire per un negoziato di pace.
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