di Giuseppe Esposito
Il presidente Zelensky per la prima volta dichiara che i russi hanno conquistato il 20% dell’Ucraina.
Gli Inglesi si muovono sulle orme degli americani ed inviano gli M270. Sistemi missilistici a lungo raggio. La decisione sarebbe stata coordinata con gli USA e gli ucraini riceveranno un adeguato addestramento per il loro uso.
Nel meridione dell’Ucraina le truppe di Mosca cercano di consolidare il mantenimento di quanto conquistato e stabilire un controllo permanente sui territori occupati. Le controffensive ucraine sul confine tra le regioni di Kherson e Mykolayiv sono frequenti così come le azioni partigiane della resistenza di Kiev.
A Mariupol (nella foto il porto) i russi riferiscono di aver bonificato il porto dalle mine. Le attività riprendono sotto il loro controllo. Gli ucraini li accusano di trafugare e trasferire acciaio laminato e ferro verso la Russia. Stessa sorte potrebbe subirlo il carico d’acciaio di una nave italiana destinata ai cantieri di Monfalcone.
Anche il Mar Nero diventa protagonista in questa fase del conflitto. Se a Mariupol è l’acciaio a tenere alta l’attenzione ad Odessa invece è il grano.
Milioni di tonnellate di prodotto sono fermi. Stoccati nei silos o stivato in navi che non possono partire. Oltre allo sminamento delle acque del mare serve un corridoio umanitario, di sicurezza, per garantire il passaggio dei cargo. Non fate del grano un’arma di guerra ha tuonato Papa Francesco. Russia ed Ucraina si accusano a vicenda.
I ritardi e le incertezze sulla consegna del grano fanno lievitare il prezzo dei prodotti di lavorazione. Ma non solo. C’è anche il costo delle tariffe di assicurazione da mettere in conto. Le compagnie londinesi, considerando le acque del Mar Nero fortemente a rischio, hanno alzato i prezzi delle polizze.
Un trasposto alternativo via terra, per ferrovia o camion, è improponibile e chi ne afferma la possibilità non ha ben in mente la logistica.
Per ora Odessa guarda il mare e spera di non doversi difendere da mire di conquista di Mosca.
