di Giuseppe Esposito
Il giorno dell’indipendenza dell’Ucraina è stato come uno dei tanti, come da sei mesi a questa parte. Un giorno di guerra.
Sul fronte orientale i russi dopo la conquista di Lysychansk e della regione del Lugansk hanno come traguardo la presa dell’intero Donetsk. Già in parte sotto occupazione. Sloviansk e Kramators’k sono i prossimi obiettivi. I tentativi di avanzamento verso la prima città sono continui. E passano per la conquista di Siversk ad est, Bakmut a sud e attraverso il controllo del saliente Izyum-Sloviansk lungo la linea di comunicazione E40. È da fine luglio che le truppe russe ci provano. Secondo l’istituto sullo studio della guerra americano, i russi non riescono a trasformare in operazioni offensive di profondità i vantaggi tattici acquisti. L’avanzata, verso Sloviansk, impatta sulla resistenza ucraina.
Il ministro della difesa russo, Sergei Shoigu, il 24 agosto ha incontrato gli omologhi degli Stati membri dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (SCO-Shanghay Cooperation Oraganisation). Ha dichiarato che L’offensiva russa in Ucraina è stata rallentata di proposito per ridurre al minimo le vittime civili. Ha accusato gli ucraini di agire in spregio alle norme internazionali comportandosi da “terroristi”. Diversamente da loro.
Sul fronte Sud la controffensiva ucraina è attiva. I russi per evitarla organizzano e consolidano le loro posizioni. Specie a ridosso delle linee di contatto tra le regioni di Kherson, Mykolayiv, Zaporizhia e Dnipropetrovsk. Qui le città di Mykolayiv e Zaporizhia sono strategicamente importanti.
La prima è oggetto di bombardamenti ma è ben guardata dagli ucraini. I russi sono a Blahodatne, circa 35 km ad est.
La città di Zaporizhia è al centro delle attenzioni internazionali per la sua centrale nucleare. È in mano russa da marzo. Proprio sull’area della ZNPP (Zaporizhzhia Nuclear Power Plant) si concentrano le accuse vicendevoli tra russi ed ucraini. Per entrambi la controparte minaccia la sicurezza della centrale lanciando bombe nelle immediate vicinanze. Secondo gli Inglesi, nei piani russi ci sarebbe il distacco della centrale dalla rete elettrica ucraina. Per poi convogliare flussi energetici verso altri territori come la Crimea.
Ed è proprio la Crimea a preoccupare i russi. La regione ha subito attacchi. Gli ucraini dimostrano di avere la capacità di colpire in profondità. Il Cremlino considera queste azioni come terroristiche e, alcune, messe in atto dall’organizzazione pan-islamica e fondamendalista Hizb al-Tharir. Mosca accusa il governo ucraino del coordinamento di queste operazioni “terroristiche”. Ma non ha fornito prove a suffragio delle sue asserzioni.
Su questo fronte gli ucraini continuano a colpire depositi di munizioni russe nelle regioni di Kherson e Zaporizhia. Lanciano raid aerei lungo la linea di contatto nella regione di Kherson. Bombardano ponti per impedire l’attraversamento dei mezzi pesanti dell’invasore. L’uso degli HIMARS e di altre armi fornite dall’occidente rendono gli attacchi efficaci.
Da Odessa continuano a partire navi cariche di cereali.