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di Giuseppe Esposito

L’attacco al ponte di Kerch (nella foto) è stato un colpo al prestigio di Mosca. Ha toccato direttamente Putin che volle la sua realizzazione dopo l’annessione della Crimea e l’inaugurò. In merito il NYT riporta le rivelazioni confidenziali di un funzionario ucraino secondo cui ci sarebbe stato il coinvolgimento dell’intelligence di Kiev nel sabotaggio.
Il Presidente Putin ha reagito con un massiccio attacco missilistico su molte città ucraine tra cui la capitale ed ha intensificato i bombardamenti su tutto il territorio del paese.
Secondo fonti di Kiev gli attacchi sarebbero stati pianificati prima dell’esplosione sul Kerch, per mettere a tacere le critiche piovute dopo il ritiro da Kharkiv, Izyum e Lyman.
Sono aumentate le critiche verso il Ministro Shoigu ed il Generale Gerasimov perché non avrebbero garantito la sicurezza dell’infrastruttura. Si è vociferato anche di una loro prossima rimozione.

I nazionalisti e mil-blogger russi plaudono alla nomina del generale Surovikin, avvenuta il giorno dopo lo scoppio sul Kerch, a comandante delle operazioni in Ucraina. Probabilmente alla Russia mancava per le sua “operazione militare speciale” un unico comandante sul campo.
La nomina avviene mentre le forze russe affrontano la controffensiva ucraina che continua a esercitare pressione sulle truppe di Mosca sia nel Nord-Est del paese che a Sud nell’oblast di Kherson. La Russia per ora prosegue nel dare priorità alle operazioni nel Donbas centrale, nell’area di Bakmut, col rischio di subire minacce sui fianchi operativi in quell’area.

I russi hanno riconosciuto che l’offensiva delle truppe di Kiev è una minaccia significativa. Per Mosca i progressi ucraini sono frutto del coinvolgimento della NATO e dell’occidente. Secondo questa teoria la Russia starebbe combattendo contro il blocco occidentale piuttosto che contro l’Ucraina.
Ma questa è una visione poco oggettiva e riduttiva perché non tiene conto della volontà, della determinazione e delle capacità delle truppe di Kiev. Sono fattori determinanti, al di la del sostegno dell’occidente in termini di forniture militari e di addestramento.
Le truppe di Mosca, sotto la pressione militare ucraina, rafforzano le difese sulla linea del fronte Nord Est e nel Sud dell’Ucraina. Le autorità di occupazione nella regione di Kherson avrebbero invitato alcuni civili ad attuare i preparativi di evacuazione dalla città capoluogo dove potrebbero estendersi i combattimenti.

La Russia isolata dall’occidente trova una sponda nell’alleato Iraniano che gli fornisce i droni Shaed (UAV- Unmanned Aerial Vehicle) con cui colpisce i territori e le città ucraine.
Putin ha bisogno di alleati ma sa anche che deve provare a parlare con l’occidente e si è detto disponibile ad un incontro con Biden al prossimo G20 di novembre. L’avvicinamento a questo ipotetico incontro è irto di difficoltà ma non impossibile.