Gli scontri nella Striscia di Gaza non accennano a diminuire. Sono sempre cruenti in tutte le aree. Anche nel nord dove l’IDF (Israel Defense Forces) aveva annunciato di aver raggiunto il controllo operativo, ritirato delle unità e avviato operazioni di sgombero con azioni mirate.
Hamas si starebbe re-infiltrando proprio nelle aeree del nord della Striscia. Viene segnalato che in alcune zone i combattimenti sono ripresi. Alla luce di ciò alcuni analisti Israeliani si chiedono se nel nord della Striscia sia stato prudente passare da operazioni più ampie e con ingenti forze a operazioni mirate con truppe ridotte anche se specializzate. Si chiedono anche se il governo di Israele stia già affrontando l’argomento del controllo della Striscia. Se stia pensando al “giorno dopo” la fine della guerra. Il timore di un vuoto di potere nel nord di Gaza, dove si era prossimi a quel momento, è oggetto di dibattito. Anche il Capo delle forze armate israeliane ha richiamato la questione dicendo che senza un piano per il “dopo” ogni guadagno militare fatto andrebbe perso.
Khan Younis e Rafah
Al sud della Striscia gli scontri più cruenti si registrano a khan Younis. La città è divenuta l’epicentro delle ostilità tra Israele ed Hamas. Israele è convinto che la leadership delle forze di Al Qassam si trova nell’area. La Brigata paracaduti dell’IDF si è addentrata in varie zone della città e conduce azioni di combattimento ravvicinato e cecchinaggio.
Si parla anche di una espansione delle operazioni nella città di Rafah al confine con l’Egitto e questo preoccupa molto Il Cairo. L’aumento della pressione dell’IDF sui profughi palestinesi già ammassati a Rafah potrebbe creare un flusso imponente verso il Sinai egiziano. Questo scenario porterebbe quasi sicuramene alla rottura delle relazioni già tese tra Egitto ed Israele.
Pericolo escalation
La comunità internazionale è preoccupata anche per ciò che avviene fuori dalla Striscia. Non solo in Cisgiordania e nel nord di Israele ma anche nel Mar Rosso, in Siria e in Iraq.
L’attacco alla base USA in Giordania, al confine con la Siria, fa innalzare la tensione. Il Presidente Biden è sotto le pressioni politiche interne. I repubblicani americani vogliono una risposta chiara e decisa. Chiedono che venga inferto un colpo paralizzante all’Iran che è accusata di aver manovrato l’azione tramite le milizie irachene che sostiene. Il pericolo di innescare un conflitto più ampio nella regione potrebbe essere una conseguenza delle forti azioni americane. Ma i più cauti pensano che né Washington né Teheran faranno passi che possano portare ad un (ulteriore) innalzamento del conflitto. Biden ha detto che una risposta ci sarà. Gli USA starebbero pensando ad una risposta su più livelli ma non direttamente nei confronti dell’Iran.
Mediazioni in corso per una tregua
Mentre sul campo la situazione è infuocata, si cerca con molta difficoltà di giungere ad un accordo di tregua che consenta il rilascio degli ostaggi e lo svolgimento di attività umanitarie per alleviare le sofferenze dei civili di Gaza. I colloqui avvengono tra gli alti dirigenti di USA, Egitto, Israele e Qatar. Si discute di una pausa lunga di oltre un mese. C’è ancora da lavorare e sono allo studio soluzioni di compromesso che possano accorciare le distanze tra Israele ed Hamas. Non è ancora chiaro cosa potrebbe chiedere in cambio Hamas. Ma si presume che giocherà al rialzo. L’organizzazione palestinese ha sempre dichiarato di non volere tregue temporanee. Chiede un “cessate il fuoco completo e globale” ed il ritiro delle truppe IDF dalla Striscia; forse anche il rilascio di tutti i prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri di Israele 1.
Tel Aviv per contro potrebbe essere flessibile sulla durata della tregua, sul numero dei prigionieri da rilasciare 2, sulla consistenza degli aiuti umanitari da ammettere a Gaza ma non sembra essere disposto ad accettare un cessate il fuoco permanente.
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- Vorrebbe ripetere ciò che avvenne nel 2011 quando in cambio del soldato israeliano Shalit ottenne il rilascio di 1.027 palestinesi tra cui Yahya Sinwar, attuale capo militare di Al Qassam nella Striscia, ricercato numero uno dall’IDF ↩︎
- Un accordo che preveda il rilascio di migliaia di prigionieri palestinesi, in cambio degli ostaggi detenuti a Gaza, starebbe creando tensioni nel governo israeliano da parte della estrema destra. ↩︎
